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Nelle truffe online c’è sempre lo stesso schema: un approccio casuale, un dialogo che diventa confidenza e poi una spirale psicologica che porta la vittima a perdere lucidità. In molti casi il meccanismo è così raffinato da colpire persone che non si definirebbero mai “ingenue”. E quando la truffa assume una connotazione sessuale, la paura del giudizio sociale diventa un’arma potentissima nelle mani dei criminali.

Le indagini più recenti mostrano come queste reti sfruttino contatti internazionali, identità false e sistemi di pagamento frazionati per rendersi quasi irrintracciabili. Per molte vittime il passo tra imbarazzo, panico e ricatto è brevissimo, e spesso arriva troppo tardi la decisione di rivolgersi alle forze dell’ordine.

La notizia dopo l’introduzione: una truffa hot Monza ha colpito un 26enne monzese e un 25enne riminese, costretti a pagare migliaia di euro sotto minaccia di diffondere video sessuali.


Truffa hot – Monza e ricatto digitale

Tutto inizia con un messaggio apparentemente innocuo: «Scusami, ho sbagliato numero».
Da qui parte, nella primavera 2023, il contatto tra una presunta giovane dai modi seducenti e le due vittime, un 26enne di Monza e un 25enne di Rimini.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, la ragazza – con un profilo social apparentemente reale – avvia da subito una conversazione ammiccante che nel giro di poche ore diventa esplicitamente hot. Prima foto intime richieste, poi l’invio di un video erotico come “garanzia”, infine l’invito a ricambiare con contenuti sempre più compromettenti.

Il punto di non ritorno arriva con la videochiamata a sfondo sessuale, registrata a insaputa dei due giovani.


Ricatto online – video, minacce e pagamenti

polizia

Pochi minuti dopo la videochiamata, la connessione si interrompe. Ed è allora che inizia il vero incubo.

Messaggi aggressivi, minacce dirette alla reputazione e la promessa di diffondere i video ai familiari e agli amici: la strategia è quella tipica delle estorsioni sessuali online.
Il 26enne monzese è costretto a versare 3.500 euro su carte prepagate intestate a prestanome; il giovane riminese arriva a pagare 3.000 euro. Entrambi, terrorizzati all’idea dello scandalo, cedono alle richieste.

Quando gli importi richiesti continuano ad aumentare, i due trovano finalmente il coraggio di rivolgersi ai carabinieri.


Indagini Milano – truffa hot e un arresto

I carabinieri seguono il flusso del denaro, nonostante le prepagate fossero intestate a persone diverse e difficili da rintracciare.
La svolta arriva quando gli investigatori scoprono che la stessa persona aveva effettuato un’operazione bancaria utilizzando la propria vera identità, subito dopo aver movimentato le carte su cui erano finiti i soldi delle vittime.

Il responsabile si rivela essere un 30enne originario della Costa d’Avorio, residente a Milano. Durante la perquisizione nella sua abitazione vengono trovate una quindicina di carte prepagate intestate a terzi, materiale ritenuto compatibile con una rete di truffe organizzate.

La “ragazza” del primo approccio, invece, resta al momento senza identità: secondo gli investigatori potrebbe agire dall’estero per conto di un gruppo specializzato in truffe sessuali online.

Il 30enne è ora imputato per estorsione aggravata in concorso.