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Gianmarco Zigoni
Gianmarco Zigoni

Abbiamo parlato con Gianmarco Zigoni, ex attaccante di Monza e Frosinone, per analizzare il momento dei due club.
Classe 1991 e figlio d’arte (suo padre è Gianfranco, ex attaccante di Juventus, Roma e Verona), Gianmarco ha vestito le maglie di numerose squadre tra Serie A, B e C, tra cui Milan, Frosinone, Monza, SPAL e Venezia, segnando oltre 70 gol tra i professionisti. Di seguito le sue parole in esclusiva su Monza-News.

Frosinone-Monza, Zigoni a Monza-News: “Pessina? Un predestinato. Frosinone sorprendente, ma il campionato è lungo”

Sabato, alla Benito Stirpe Arena, andrà in scena Frosinone-Monza, gara valevole per l’ottava giornata del campionato di Serie B.

I ciociari arrivano dalla pesante sconfitta per 3-0 contro il Venezia di mister Stroppa, mentre i biancorossi vorranno dare continuità al successo casalingo sul Catanzaro.

Abbiamo parlato con Gianmarco Zigoni, ex attaccante di entrambe le squadre, per analizzare il momento dei due club.
Ecco le sue parole in esclusiva su Monza-News.


– Gianmarco, partiamo da te: come sta andando questo periodo?
«In questo periodo mi sto allenando con una squadra vicino casa e sono in attesa di una chiamata. Mi piacerebbe restare tra i professionisti, ma non mancano offerte anche dai dilettanti.»


– Il Frosinone è attualmente terzo in classifica. Ti stanno sorprendendo i ciociari?
«Sì, è sorprendente vederli lottare per la promozione. Lo scorso anno hanno faticato a mantenere la categoria, mentre quest’anno si trovano nelle prime posizioni. Merito anche di una dirigenza molto competente, che negli anni ha ottenuto tre promozioni in Serie A.»


– Hai giocato sei mesi a Frosinone nel 2011. Che ricordi hai di quella piazza?
«Arrivai che non avevo ancora vent’anni: fu la mia prima esperienza lontano da casa, in una piazza calda del Centro-Sud. Si percepiva già la solidità della dirigenza. Allora giocavamo ancora al Matusa, e poco dopo la famiglia Stirpe avrebbe costruito il nuovo stadio. Purtroppo non andò bene: retrocedemmo e io collezionai appena sei presenze, segnando un solo gol.»


– Il Monza è a quota 11 punti, reduce dalla vittoria interna col Catanzaro.
«Il Monza paga ancora qualche strascico della retrocessione, ma resta una squadra fortissima. Capitan Pessina deve essere un valore aggiunto, e penso che lo sarà. Mi sorprende che il Frosinone sia sopra il Monza, ma il campionato è ancora lungo.»


– Che ricordi hai di Pessina e della tua esperienza a Monza?
«Matteo aveva appena diciassette anni quando veniva aggregato dalla Berretti alla prima squadra, ma si vedeva che era un predestinato: aveva visione di gioco e colpi importanti. Doveva solo mettere su un po’ di fisico. Non mi sorprende la carriera che ha fatto: forse poteva anche ambire a una big di Serie A o a un’esperienza in Europa. Sono rimasto stupito nel vederlo in Serie B, ma ricordiamoci che è stato fuori un anno per un infortunio serio. Deve ritrovare la piena forma per tornare ai suoi livelli.
A Monza io sono stato bene: peccato che poi non arrivarono gli stipendi e a gennaio siamo dovuti andare via. Sul campo c’è stata qualche incomprensione con mister Pea, ma poi andai alla SPAL e in sei mesi segnai 11 gol, conquistando la Serie B.»


– E l’anno dopo arrivasti in Serie A.
«Sì, quello è un grande rimpianto. Ero in prestito dal Milan e decisero di mandarmi altrove. Conquistammo la Serie A e segnai 11 gol in B, risultando determinante per la promozione. Poi sono rimasto in B col Venezia, dove ho avuto la fortuna di essere allenato da un gigante come Pippo Inzaghi.»


– Inzaghi che ora, a Palermo, parte coi favori del pronostico…
«Sì, è diventato un vero esperto della categoria: ha già ottenuto due promozioni con Benevento e Pisa. Il Palermo ha la rosa più forte, ma la Serie B è sempre un’incognita. Lo dimostra il fatto che, al momento, è primo il Modena.»


– Hai citato le difficoltà societarie del Monza di allora. Sorprende vedere ancora oggi penalizzazioni come quella della Triestina in Serie C?
«La Lega dovrebbe prendere provvedimenti seri, ma non lo fa. Se una società non ha la possibilità di pagare gli stipendi, è inutile farla iscrivere al campionato. Ricordo quando fui escluso col Taranto: fu una mazzata tremenda. Devono cambiare tante cose, non è possibile che una squadra come la Triestina parta con 15 punti di penalizzazione e senza la garanzia di finire il campionato.» Antonio Scirtò 

Frosinone

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