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Un luogo di silenzio e preghiera nel cuore della Brianza

Tra le colline più serene della Brianza, dove i boschi si alternano ai borghi antichi e alle pievi romaniche, sorgeva uno dei luoghi più affascinanti e spirituali del territorio lecchese. Un punto di riferimento per la vita contemplativa, capace di raccontare secoli di storia, arte e fede.
Le cronache locali e i documenti storici descrivono un complesso monastico immerso nel verde, nato dal desiderio di raccoglimento e di comunione spirituale.
Chi lo ha visitato ricorda il silenzio profondo, la quiete dei cortili e la forza simbolica delle sue mura, che sembravano custodire un tempo immobile.
Oggi, di quel luogo, resta soprattutto la memoria e l’affetto di una comunità che lo considerava parte della propria identità.

Il Monastero della Bernaga di Perego, cuore spirituale della Brianza

Il Monastero della Bernaga di Perego, nella Valletta Brianza, è stato per secoli un faro di spiritualità nel territorio lecchese. Le sue origini risalgono almeno all’XI secolo, come ricorda lo storico Rinaldo Beretta, e la prima testimonianza scritta è del 1157, in un atto di permuta.
Posto inizialmente nella località detta Bernaghetta, il cenobio era sotto la protezione diretta degli Arcivescovi di Milano. Nel corso dei secoli il complesso si sviluppò fino alla costruzione, nel 1628, della chiesa di San Gregorio, benedetta dal Cardinale Federico Borromeo.
Il monastero fu soppresso nel 1798 dal governo della Repubblica Cisalpina, ma rimase un luogo caro ai fedeli brianzoli e alla Diocesi di Milano.

Nelle ultime ore, però, la Bernaga di Perego è stata colpita da una tragedia: un incendio ha devastato il complesso monastico, riducendo in cenere gran parte della struttura. Le Romite Ambrosiane, monache di clausura che vi risiedevano, hanno perso la loro casa, simbolo di preghiera e di silenzio. Le fiamme hanno cancellato un pezzo di storia della Brianza, ma non il suo valore spirituale, che continuerà a vivere nella memoria collettiva.

Da Montini a Paolo VI passando per San Carlo Acutis: la rinascita delle Romite Ambrosiane

Dopo decenni di silenzio, il Monastero della Bernaga tornò a nuova vita nel 1963, grazie alla volontà di Madre Maria Candida, monaca delle Romite Ambrosiane di Santa Maria del Monte sopra Varese. L’allora arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI, sostenne personalmente la rinascita del monastero, visitando il colle e contribuendo all’acquisto dell’immobile.
Il 14 dicembre 1963 le nuove monache di clausura presero ufficialmente possesso della Bernaga, e poco dopo Paolo VI volle donare un Crocifisso in bronzo, simbolo di fede e protezione.
Da qui nacquero altre fondazioni monastiche, come quella di Revello, e il cenobio divenne un punto di riferimento per la vita contemplativa ambrosiana.
Un episodio rimasto nel cuore di molti è la Prima Comunione di San Carlo Acutis, ricevuta proprio nella chiesa del monastero il 16 giugno 1998, a soli sette anni. Un momento che oggi, dopo la tragedia, assume un valore ancora più profondo per tutta la comunità.

Monastero della Bernaga