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PEDEMONTANA B2

Una battaglia politica che torna prepotente al centro del dibattito. La Milano-Meda, arteria essenziale per migliaia di pendolari brianzoli, rischia di diventare a pagamento con l’arrivo della Pedemontana Lombardia: un costo stimato fino a 100 euro al mese per chi la percorre quotidianamente. Un’ipotesi che accende lo scontro istituzionale e mette la Regione davanti a una scelta non più rinviabile.


Il nodo politico e la richiesta di gratuità

Martedì 2 dicembre, il tema è approdato nuovamente in Consiglio regionale con un’interrogazione del consigliere del Partito democratico Gigi Ponti, da tempo impegnato sulla questione. Il punto è chiaro: la tratta B2, che sovrapporrà il proprio tracciato all’attuale Milano-Meda tra Lentate e Bovisio, non deve essere pedaggiata.

Il ragionamento di Ponti si fonda su un principio di equità. Si tratterebbe infatti di far pagare una strada già esistente e storicamente gratuita, considerata da sempre una componente vitale della mobilità territoriale. La comparazione economica, poi, non aiuta la causa del pedaggio: il consigliere rileva come il ponte sullo Stretto di Messina costerebbe 15 miliardi con un pedaggio stimato di 7,86 euro, mentre il tratto brianzolo della Pedemontana richiederebbe 900 milioni con una tariffa molto vicina. Una «tassa sproporzionata», la definisce, che graverebbe su chi ogni giorno non ha alternative se non quella di utilizzare quell’arteria.


La posizione di Regione Lombardia: “Pedaggio inevitabile”

Regione Lombardia replica con fermezza. L’assessore alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi ribadisce che la gratuità non è contemplata nella convenzione di concessione sottoscritta tra Cal e Autostrada Pedemontana Lombarda. Per modificarla servirebbero atti e autorizzazioni nazionali, oltre al via libera del Cipess, e comunque andrebbe garantito al gestore il rientro degli investimenti attraverso il pedaggio, unica fonte di ricavo prevista.

NO PEDEMONTANA

La possibilità che Regione si faccia carico del mancato incasso viene esclusa: un intervento diretto configurerebbe infatti una violazione delle norme sugli aiuti di Stato. L’unico spiraglio indicato riguarda possibili agevolazioni e scontistiche per pendolari abituali, sulla scia delle tangenziali di Como e Varese.


Il Pd insiste: “Serve una scelta politica”

Il Partito democratico non si arrende. Ponti rilancia l’ipotesi dell’esenzione variabile per categorie specifiche, comunque riconducibile alla gratuità della tratta per chi non può rinunciare alla Milano-Meda. Una strada da percorrere subito, sostiene il consigliere, prima che il pedaggio diventi realtà e che i comuni limitrofi vedano riversarsi su di loro ulteriore traffico per evitare i varchi a pagamento.

La mobilitazione va avanti: oltre 10 mila firme sono già state raccolte in favore della gratuità. E il fronte politico contrario al pedaggio, in modo quasi sorprendente, vede un’inedita convergenza trasversale tra destra e sinistra a livello locale.

Ponti chiude con un appello diretto al presidente Attilio Fontana: valutare concretamente l’impatto sul territorio e riaprire il confronto con chi da un anno chiede di non penalizzare ulteriormente cittadini e imprese.


Una decisione che peserà sulla mobilità della Brianza

La Pedemontana è già un progetto contestato per costi, impatto e tempi. Se anche l’unico asse scorrevole già esistente dovesse diventare a pagamento, la Brianza si troverebbe a sostenere un ulteriore carico economico in un contesto già congestionato.
La partita, tutt’altro che chiusa, si gioca ora sul crinale tra vincoli finanziari e giustizia territoriale.

Chi si sposta ogni giorno attende risposte rapide. E soprattutto vuole capire se andare a lavorare resterà un diritto o diventerà un lusso.