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Nel cuore di Milano, in una cornice simbolica come il Belvedere Berlusconi di Palazzo Lombardia, il tema del rispetto degli arbitri e della legalità nello sport torna al centro del dibattito pubblico. Un incontro ricco di voci istituzionali, sportive e associative ha rimesso al centro il valore umano e sociale dei direttori di gara, sempre più spesso bersaglio di tensioni e violenze.
Il confronto ha evidenziato come il fischio dell’arbitro non rappresenti solo un gesto tecnico, ma un atto educativo e un principio di responsabilità che parla alle comunità, alle società sportive e soprattutto ai più giovani, chiamati a vivere lo sport come palestra di vita.

Rispetto arbitri e cultura sportiva: il valore del dialogo

Il convegno “Il fischio che unisce” ha messo in evidenza l’importanza del rapporto tra istituzioni e mondo sportivo per costruire un ambiente sano, fondato sul rispetto degli arbitri e sul valore educativo delle regole. Figure come il presidente del Senato Ignazio La Russa, i rappresentanti di Regione Lombardia e i vertici dell’AIA hanno ricordato come gli arbitri siano veri pubblici ufficiali, tutelati dal nuovo articolo 583 quater del Codice Penale, che dal luglio 2025 equiparerà le aggressioni ai direttori di gara a quelle contro rappresentanti dello Stato.
Un passo significativo, sottolineato da numerosi interventi, che punta a contrastare la violenza e a riconoscere il ruolo degli arbitri come garanti di correttezza, legalità e fair play.

Arbitri tutelati e legalità sportiva: un impegno condiviso

Durante i panel, esponenti come Beppe Marotta, il presidente nazionale AIA Antonio Zappi, il presidente regionale Emilio Ostinelli e altri protagonisti del mondo sportivo hanno ribadito la necessità di diffondere una vera cultura della legalità sportiva.
Grazie alle nuove norme, chi commetterà atti di violenza contro un arbitro potrà rischiare fino a 16 anni di reclusione, un segnale forte che nasce da anni di lavoro dell’AIA e delle istituzioni. Il messaggio è chiaro: il calcio è inclusione, educazione e responsabilità, e il rispetto delle decisioni arbitrali è una condizione imprescindibile per un futuro sportivo più sereno e maturo.

In chiusura, la consegna dei premi “Andrea Andaloro” e “Disciplina e Correttezza” ha ricordato il valore profondo dell’impegno arbitrale, celebrando chi porta avanti ogni giorno un servizio fondamentale per il calcio.


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