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“La pressione è un privilegio. Quando ce l’hai è qualcosa di positivo”. 

Parole pronunciate da Jannik Sinner dopo la semifinale vinta contro Tommy Paul a Toronto nel 2023. L’azzurro, all’epoca numero 8 del mondo, con il trionfo in Canada si garantiva la sesta posizione nel ranking ATP. Tra 6 e 8, c’è in mezzo il 7, che nella numerologia occidentale viene associato all’intelletto, all’apprendimento e alla conoscenza. Tre elementi che classificano il Monza 2025/26, una squadra con testa, applicazione ed esperienza, abile a convertire la pressione in energia vincente.

7 volte 7 davanti a 7777 spettatori. Con un’infilata in sequenza, come mai prima d’ora: un Monza da record, che nella sua storia non era riuscito a vincere 7 partite consecutive. 
Un successo all’insegna del 7 e del doppio 7, come l’anno di nascita di Paolo Bianco, 1977, primo allenatore biancorosso a raggiungere questo risultato. Non un traguardo, ma un punto di partenza, perché il club brianzolo ha intrapreso un percorso mirato, cambiando marcia e abbracciando la svolta da quel 27 settembre (ritorna ancora il 7) dopo la sconfitta contro il Padova. 

È un Monza sinneriano per mentalità, ma in formato Berrettini e Cobolli in Coppa Davis (con l’Italia che, per la terza volta in tre anni si conferma campione del mondo, firmando un’impresa storica) per cuore, spirito di sacrificio ed entusiasmo, consapevole della propria forza, ma determinato a ribadirlo in campo.

Altro 1-0 di Corto Muso (davanti a un pubblico stupendo e alla Curva Davide Pieri, attento a ricordare insieme al gruppo I Tusann la “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”) e 3 punti pesantissimi, che ne valgono 6 e consentono ai brianzoli di allungare in graduatoria sulle rivali.

monza cesena 1-0

Gioco, fasi e transizioni

“C’è quella famosa frase: Passa e muoviti! Passa e muoviti dove? Dove? Il calcio è occupare razionalmente lo spazio ed è la palla che va nello spazio.”
Le parole di Pep Guardiola sottolineano la relazione che intercorre tra palla e spazio, un concetto messo in luce in passato dal suo maestro Johan Cruijff. Proprio il Profeta del gol parlava di creare spazio ed entrare nello spazio, immaginando il campo come una sorta di architettura.
Palla, spazio, tempo: tre elementi che caratterizzato il gioco e le partite in ogni Paese e categoria.
Due fasi, possesso e non possesso, ma anche e soprattutto le transizioni, elemento di vantaggio e nucleo portante del calcio contemporaneo, come rimarcato ad aprile 2024 - in occasione di Monza-Atalanta - dall'allora mister biancorosso Raffaele Palladino: “Il calcio è fatto di transizioni, difensive e offensive. Tanti gol sono generati dalle transizioni, su palla persa o recuperata. Bisogna lavorare su questo aspetto e farsi trovare pronti”.

Monza-Cesena è una partita regolata dalle transizioni e dalla lucidità di conduzione, dove la chiava è il controllo dell'altro con e senza palla. Tattica e strategia, ma anche fisicità, brillantezza atletica e vivacità: Bianco e Mignani si sfidano quasi a specchio, impostando il piano gara uomo su uomo. 
L'allenatore dei brianzoli conferma il suo classico asset, il 3-4-2-1, con Thiam in porta; Izzo, Ravanelli e Carboni in difesa; Pessina e Obiang al centro; Birindelli e Azzi sulle fasce; Colpani e Mota alle spalle del recuperato Alvarez.

Il tecnico dei romagnoli opta per un 3-5-2 dinamico e di gamba: Klinsmann tra i pali; Ciofi, Zaro e Mangraviti nel pacchetto arretrato; Ciervo, Berti, Castagnetti, Francesconi e Frabotta a centrocampo; Shpendi e Blesa in avanti.

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I fuochi d'artificio a durante la coreografia della Curva Davide Pieri

L’armata di Bianco è incontenibile, comanda il gioco con un calcio avvolgente e di spinta nei 45’ iniziali, sblocca il match con Obiang - gol in transizione, con recupero palla di Izzo, conduzione rapida di Azzi e assist di Mota - e poi sfodera gli artigli nel secondo parziale, con una resistenza d’élite e un copione del match che si ribalta a favore degli ospiti (con un rigore netto non assegnato da Mucera e dalla Var Room ai padroni di casa). 

Il Cesena cresce nella ripresa, ma il Monza non si scompone e il match viaggia sui binari delle transizioni, termometro del match e del calcio odierno, dove è importante detenere il possesso, ma è altrettanto importante giocare senza palla, cercando di essere più pericolosi al cambio di scenario. E questo i biancorossi lo fanno benissimo, abituati ad articolare la manovra nella metà campo avversaria e reattivi nella perdita di palla. Riaggredire velocemente per ripartire con qualità: l'arma del Monza è l'interpretazione e l'anima “situazionale” della squadra, una struttura che consente ai giocatori riconoscere i momenti e sapere come gestirli nell'arco del match. 
Il principio è “attaccare difendendo e difendere attaccando”, una prerogativa abbinata a varie soluzioni, tra cui il gioco in transizione che diventa il mezzo (e non l'unico via) - l'effetto sorpresa per scardinare i reparti e cogliere impreparati gli opposti - per raggiungere il fine.

Il Monza segna e non subisce gol, a testimonianza della dimensione “camaleontica” di un gruppo maturo e programmato per affrontare ogni tipo di partita, giocando con intensità e padronanza e contenendo gli avversari con equilibrio e solidità. Una squadra che, di fatto, è la prima della classe, ma manifesta l’umiltà di chi lotta fino all’ultimo senza mai mollare; predisposta a competere contro tutto e tutti. A partire da Paulo Azzi, il “Dentello” supersonico della Brianza e agente 007 con licenza di sverniciare sulla fascia, pendolino inesauribile con il 7 sulle spalle, le qualità tecniche di un 11 e le caratteristiche di un 8, con dribbling, visione, tiro e duttilità; il primo ad attaccare e il primo a difendere, sempre a sostegno dei compagni. Senza dimenticare il Professor “mezzasquadra” Pedro Obiang, man of the match e autore del gol partita che, in coppia (asimmetrica e quasi verticale) con Capitan Pessina – sontuoso nella sua veste gasperiniana di ruba palloni, collante del gioco e “armonizzatore” della pressione e del pressing collettivo – è il motore della mediana e l’ago della bilancia tra i reparti. 

Dopo 5' di recupero, Mucera fischia tre volte: Monza-Cesena termina 1-0.

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Il 7 del Monza Paulo Azzi

7 volte 7: è record di vittorie di fila nella storia del Monza

È un Monza dalle emozioni “Senza fine”, come cantava l’immensa Ornella Vanoni (omaggiata dal Monza Club Fedelissimi con uno striscione ad hoc), il cui brano – scritto da Gino Paoli – racconta di una bellissima storia d’amore che non conosce confini temporali. Esattamente come la passione biancorossa, che riempie d’orgoglio i tifosi e che vive in semplici, ma emblematiche parole: “Tu per me sei tutto quanto”. 

7 successi di fila, 29 punti in classifica e vetta solitaria in Serie B: il Monza strappa e lo fa con un carattere indomabile, dominante nel primo tempo e temerario nella ripresa, contro un Cesena che prova a pareggiare i conti, ma sbatte davanti al muro biancorosso, inespugnabile all’U-Power Stadium e al 7° clean sheet stagionale. 

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L'allenatore del Monza Paolo Bianco

Il Monza scopre la 7^ meraviglia riscrive la storia con Paolo Bianco in panchina e lancia un messaggio chiarissimo alle dirette concorrenti nella volata per la promozione in Serie A: “Noi ci siamo e non ci accontentiamo”. Un comandamento che rispecchia in pieno la filosofia del tecnico biancorosso, deus ex machina della rinascita dei brianzoli, artefice di quello switch che evidenzia la voglia di un collettivo di riscattare le delusioni dello scorso anno. 

Il solco è tracciato, la strada è segnata. Ora è tempo di macinare chilometri e superare gli ostacoli, mantenendo i piedi per terra e puntando verso la meta finale. Senza sosta, con il massimo dell’entusiasmo e della partecipazione. 
Prossima tappa: Castellamare di Stabia, nella trasferta di sabato 30 novembre contro le Vespe della Juve. Un'altra partita, un altro banco di prova per misurare sé stessi e l’ambizione di restare in alto, strappando con decisione sulle inseguitrici.

A cura di Andrea Rurali