17 anni fa la morte di Gianfranco Funari, Peduzzi: 'Quanto manca alla nostra tv'
Il 12 luglio segna un anniversario che tocca nel profondo: la scomparsa di Gianfranco Funari

Gianfranco Funari (Roma, 1932 – Milano, 2008) è stato molto più di un conduttore televisivo. Opinionista, cabarettista, giornalista senza tesserino ma con un talento immenso per la comunicazione, ha cambiato il modo di fare televisione in Italia. È stato il primo a portare in TV un linguaggio diretto, popolare, senza filtri, parlando di politica e società con una sincerità che oggi manca terribilmente.
I suoi programmi – da Torti in faccia ad Aboccaperta, da Mezzogiorno è a Zona Franca – hanno segnato una svolta nella storia della TV italiana. Funari dava voce a chi non ce l’aveva, spesso anticipando temi, toni e dinamiche dei talk show moderni.
I miei ricordi personali
Conservo ricordi vividi delle riunioni a casa sua, sui Navigli. Ore e ore di brainstorming, discussioni accese, mille idee messe sul tavolo… e poi, come spesso accadeva con Gianfranco, la scaletta veniva stracciata poco prima della diretta, perché lui sentiva che c’era “qualcos’altro da dire”, qualcosa di più urgente, più vero.
Accanto a lui c’era sempre Milena, la sua compagna. Una donna umile, intelligente, con cui ho avuto il piacere di costruire un rapporto sincero. Insieme formavano una coppia forte, affiatata, autentica.
Il coraggio di dire la verità
Gianfranco Funari non è mai stato un uomo accomodante. Ha pagato sulla propria pelle la scelta di restare libero, fuori dai giochi, spesso controcorrente. È stato censurato, messo da parte, ma mai domato. Il suo spirito ribelle, il suo linguaggio “di strada”, le sue battaglie in favore della libertà di espressione, restano una lezione ancora attuale.
Celebri i suoi motti:
“Parlo come mangio!”,
“A me me piace la libertà!”,
“Semo romani, semo cristiani, semo comunisti!”
– frasi che racchiudevano tutta la sua ironia, la sua romanità e il suo pensiero libero.
L’eredità di Funari nella TV italiana
Oggi si parla tanto di conduttori polemici, di opinionisti che fanno discutere. Ma senza Gianfranco Funari, figure come Michele Santoro, Corrado Formigli, Enrico Lucci o Giuliano Ferrara non avrebbero trovato lo stesso spazio. Funari ha aperto la strada, sfidando la censura e rompendo gli schemi di una TV ingessata.
In un’epoca di comunicazione anestetizzata e politicamente corretta, il vuoto lasciato da Gianfranco si sente ancora di più. La sua capacità di parlare al popolo, di unire informazione e spettacolo senza perdere la sostanza, è rimasta ineguagliata.
Un messaggio che resta
A 17 anni dalla sua scomparsa, Gianfranco Funari ci manca. Manca alla televisione. Manca al giornalismo.
E personalmente, mi manca quel modo ruvido ma autentico di insegnarti a stare in trincea, a guardare dritto negli occhi il potere, a non aver paura di dire quello che pensi.
Ciao Gianfranco, ovunque tu sia… continua a fumare, a parlare come mangi, e a spiazzare chi pensa che la verità debba sempre essere comoda. Stefano Peduzzi