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La crisi del Mar Rosso, scatenata dagli attacchi dei ribelli Houthi che minacciano il traffico navale nel Canale di Suez, sta mettendo in ginocchio le imprese del nostro territorio, soprattutto quelle che operano nel commercio e nella logistica. Lo rivela un sondaggio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, che ha raccolto le testimonianze di 323 imprese, di cui il 20% brianzole. Il Canale di Suez è una via cruciale per il commercio mondiale, da cui passa il 12% delle merci (fonte Eurommerce). Il suo blocco sta provocando gravi ripercussioni economiche e sociali.

I problemi delle imprese: ritardi, costi e approvvigionamenti

Le imprese che hanno partecipato al sondaggio hanno segnalato i principali problemi che stanno affrontando a causa della crisi del Mar Rosso. Si tratta di ritardi nelle consegne (29%), aumento del costo delle materie prime (26%) e delle merci vendute (21%), difficoltà di approvvigionamento (19%) e calo dell'export (5%). Il 38% delle imprese svolge attività di import/export e quindi è particolarmente esposta al rischio. Le categorie più rappresentate nel sondaggio sono state le attività commerciali non alimentari al dettaglio e all'ingrosso (16 e 12%), la ristorazione e gli agenti rappresentanti di commercio (11%), gli artigiani (6%), i servizi alle imprese e le attività di trasporti/logistica (5%). Le imprese hanno risposto al sondaggio in base alla loro dimensione: l'81% ha fino a 19 addetti, il 19% ha più di 19 addetti (di cui il 3% ha più di 250 addetti).

Le soluzioni temporanee delle imprese: logistica alternativa e attenzione ai contratti

Di fronte a questa situazione critica, le imprese stanno cercando di limitare i danni con soluzioni temporanee. Più della metà delle imprese (56%) sta adottando soluzioni alternative logistiche, come il ricorso ad altri mezzi di trasporto o ad altri fornitori. Il 33% delle imprese sta prestando maggiore attenzione agli aspetti contrattuali, come le clausole di forza maggiore o le penali per i ritardi. L'11% delle imprese sta valutando gli aspetti assicurativi, come le coperture per i rischi di guerra o di perdita delle merci. Tuttavia, queste soluzioni non sono sufficienti a garantire la continuità e la competitività delle imprese. L'84% degli intervistati prevede un peggioramento della situazione nei prossimi mesi.

La richiesta delle imprese: una missione navale per la sicurezza del Canale di Suez

Mar Rosso

Per questo motivo, le imprese chiedono un intervento internazionale per la sicurezza del Canale di Suez e del Mar Rosso. Il 74% delle imprese si dichiara favorevole a una missione navale che possa garantire la libertà di navigazione e la protezione delle navi mercantili. La richiesta è condivisa dal 76% delle imprese di Milano e area metropolitana, dal 20% delle imprese di Monza e Brianza e dal 4% delle imprese di Lodi. Le imprese ritengono che una missione navale sia necessaria per salvaguardare gli interessi economici e strategici del nostro Paese e dell'Europa, che dipendono in larga misura dal commercio con l'Oriente e con l'Africa.

Il commento di Confcommercio: la crisi del Mar Rosso si aggiunge alle altre difficoltà delle imprese

“Proprio in questi giorni – dichiara Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – si discute a Milano sul calo, negli ultimi anni, delle imprese commerciali: fra Covid, guerre, inflazione, rincari di materie prime ed energia. La crisi del Mar Rosso, con la diminuzione del traffico navale dal Canale di Suez, sta creando ulteriori problemi alle imprese commerciali del nostro territorio, Una situazione preoccupante che appesantisce le difficoltà delle attività del commercio già penalizzate da anni di crisi e da crescenti costi su tasse e tariffe”.

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