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La Brianza è uno dei territori più dinamici del Paese: denso, produttivo, ma anche congestionato.
Molti lavoratori si muovono all’interno dello stesso comune o dei centri confinanti, ma le code mattutine e serali rendono i tempi di viaggio sproporzionati rispetto ai chilometri percorsi.

I pullman pieni, le corse soppresse e i convogli sovraffollati spiegano perché tanti preferiscano ancora l’auto privata.
Una sfida che passa per la riorganizzazione del trasporto pubblico, la modernizzazione delle linee e un vero rilancio della mobilità sostenibile.


Monza: ogni giorno arrivano oltre 31 mila pendolari

Monza è il cuore del pendolarismo brianzolo.
Ogni giorno, la città attira 31.336 lavoratori provenienti dai comuni vicini.
La classifica delle provenienze è guidata da:

Lissone con 2.600 persone,

Milano con 2.575,

Muggiò con 1.065,

Brugherio con 1.023,

Desio e Villasanta con 981 ciascuna,

Cinisello Balsamo con 950,

Sesto San Giovanni con 807,

Seregno con 785.

Ci sono anche casi curiosi: ogni giorno arrivano 20 lavoratori da Pavia e Colico, 17 da Novara e Brescia, 10 da Torino, 6 da Genova, e perfino 4 da Sondrio.
Singoli pendolari raggiungono Monza anche da Trento, Forlì, Ferrara, Faenza, Ivrea e Alessandria.


E i monzesi? Più di 10 mila lavorano a Milano

I monzesi che lavorano senza uscire dalla città sono 15.693.
Ma altri 10.276 ogni giorno si spostano verso Milano, mentre 1.300 raggiungono Sesto San Giovanni, 966 Cinisello, 779 Lissone, 767 Agrate, 758 Vimercate e 701 Brugherio.

Seguono 601 Concorezzo, 556 Cologno Monzese, 389 Villasanta, 273 Cernusco sul Naviglio, 259 Seregno.
E c’è persino un gruppo di 11 monzesi che lavora a Bologna.


Verso Milano: il flusso principale

metro monza

Non sorprende che la meta principale dei pendolari brianzoli sia Milano.
Ogni giorno il capoluogo lombardo richiama:

3.460 brugheresi,

3.284 lissonesi,

3.159 cesanesi,

2.832 desiani,

2.803 seregnesi,

2.760 limbiatesi,

1.854 cittadini di Nova Milanese,

1.758 di Seveso,

1.701 di Muggiò,

1.670 di Bovisio Masciago,

1.439 di Meda,

1.350 di Varedo.

Milano resta dunque la calamita occupazionale dell’intera provincia.


Flussi e destinazioni secondarie

Oltre a Milano e Monza, i principali poli di attrazione sono Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Paderno Dugnano e — più a est — Agrate e Vimercate, dove l’area tecnologica continua ad assorbire molti lavoratori.

Tra le mete meno ovvie emergono Rho, con 166 pendolari da Limbiate, e Cantù, che ogni giorno ospita 169 lavoratori di Lentate e 165 di Giussano.


Chi resta in Brianza

Sono 71.929 i brianzoli che lavorano nel proprio comune di residenza.
Oltre ai monzesi, i numeri più alti si registrano tra:

4.609 lissonesi,

4.572 seregnesi,

3.606 desiani,

3.105 cesanesi,

2.707 brugheresi,

2.454 vimercatesi,

2.444 giussanesi,

2.372 limbiatesi,

2.325 medesi.

In fondo alla classifica, i comuni più piccoli: Aicurzio (76 residenti che lavorano in paese) e Camparada (44).


Una Brianza che si muove (ma non scorre)

La mappa dei pendolari brianzoli mostra un territorio vibrante ma in affanno: le persone si spostano, i servizi arrancano.
Per ridurre il peso del traffico e migliorare la qualità della vita, sarà decisivo il rilancio delle ferrovie locali, delle linee bus e delle piste ciclabili urbane.
Solo così la Brianza potrà continuare a lavorare... senza restare ferma in coda.