Federica Morao: mental coach e memoria del Monza calcio
Federica Morao racconta a Manuele Perego il suo lavoro da mental coach e ricorda il cugino, ex giocatore del Monza, come ispirazione nel suo percorso.

Nel mondo dello sport moderno, l’aspetto mentale è diventato centrale tanto quanto la preparazione fisica. Sempre più atleti e società scelgono di affidarsi a figure professionali capaci di guidare, supportare e motivare.
C’è chi, da anni, lavora in silenzio dietro le quinte, contribuendo in modo decisivo al successo degli altri.
Tra queste persone c’è Federica Morao, mental coach e cugina dell’ex giocatore del Monza Morao, che ha raccontato la sua esperienza in un’intervista realizzata da Manuele Perego.

Mental coach nello sport, parla Federica Morao: “Serve equilibrio”
«Il ruolo del mental coach non è quello di dare soluzioni – spiega Federica Morao – ma di accompagnare l’atleta in un percorso di consapevolezza. Spesso chi fa sport si allena duramente, ma trascura l’equilibrio mentale. La mente, invece, è ciò che può fare la differenza».
Federica lavora con sportivi di ogni livello: dai dilettanti agli atleti professionisti. Il suo metodo si basa su ascolto, empatia e strategie di gestione emotiva. «I risultati? Arrivano quando l’atleta si conosce davvero, accetta i propri limiti e lavora su di essi. L’errore non va evitato, ma compreso e trasformato in opportunità».
L’intervista, ricca di spunti, tocca anche aspetti più intimi. Federica ricorda il cugino, ex giocatore del Monza, come una figura che l’ha ispirata: «Era determinato, serio, ma sapeva anche sdrammatizzare. Ho imparato molto da lui: anche lui affrontava le sfide con una forza interiore che oggi cerco di trasmettere agli altri».
Sport e crescita personale, un binomio sempre più solido
Nell’analisi di Federica Morao, emerge chiaramente come il mental coaching sportivo sia uno strumento trasversale, utile non solo a chi vuole migliorare le performance, ma anche a chi cerca un equilibrio nella vita quotidiana.
«Non bisogna pensare che sia un percorso solo per chi ha problemi – precisa –. Spesso, chi si affida a me lo fa per conoscersi meglio, per affrontare meglio le pressioni e le aspettative. Il mio obiettivo non è cambiare la persona, ma aiutarla a tirar fuori il meglio di sé».
La sua esperienza dimostra che, oggi più che mai, sport e crescita personale vanno di pari passo. Anche grazie a professionisti come lei, il calcio (e lo sport in generale) sta finalmente riconoscendo l’importanza della mente nella preparazione globale dell’atleta.
Lunedì torna Monza una città da serie A
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