Tratta D Breve, esplode il caso: “Rischi enormi per Monza e per tutta la Brianza”
La Tratta D Breve resta un’incognita: timori per traffico, ambiente e ricadute su Monza. Le richieste di trasparenza e le alternative proposte dai comitati.
Il destino della Tratta D Breve continua a dividere amministratori, comitati e cittadini. La domanda che tutti si pongono è sempre la stessa: questo nuovo tratto della Pedemontana — nato in sostituzione della precedente Tratta D — verrà realizzato oppure no? E, soprattutto, quale sarà l’impatto sul territorio, anche nei Comuni che non saranno attraversati direttamente dall’infrastruttura?
Dove passerebbe la Tratta D Breve
La nuova opera nascerebbe nel Vimercatese, nel punto in cui termina la Tratta C di Pedemontana, in prossimità della Tangenziale Est (A51). Da lì proseguirebbe fino al nodo di interconnessione già esistente tra A4 Milano-Venezia e A58, a cavallo tra Agrate Brianza e Caponago.
Il progetto prevede anche un collegamento con la viabilità locale, in particolare con la SP2 tra Bellusco e Vimercate, una scelta che secondo amministrazioni e comitati avrebbe conseguenze pesanti sul Parco PANE, uno dei polmoni verdi più importanti del territorio, dove operano diverse aziende agricole che temono ripercussioni dirette.
Così Monza rischia di subire le conseguenze
Secondo il Ministero dell’Ambiente la procedura tecnica risulterebbe chiusa, ma il parere non è stato pubblicato. Una mancanza che lascia molti dubbi irrisolti e alimenta il malcontento di chi, da anni, chiede alternative all’intera opera.
Monza, pur non trovandosi sul tracciato, è uno dei territori più esposti agli effetti indiretti: l’arrivo della Tratta D Breve alle porte della città potrebbe aggravare la situazione di viale delle Industrie, già oggi congestionato da migliaia di veicoli ogni giorno e segnato da livelli di smog critici.
La richiesta di trasparenza: l’appello di Connetti Monza Brianza
A chiedere chiarezza è l’associazione Connetti Monza e Brianza, nata di recente e guidata dall’ex assessora all’Ambiente Giada Turato.
Il gruppo sollecita enti e amministrazioni — compresa quella monzese — affinché verifichino se le alternative alla realizzazione della D Breve siano state davvero analizzate nel dettaglio.
In una nota ufficiale, l’associazione afferma:
“Se le opzioni alternative sono state scartate, è necessario spiegare perché, con documenti pubblici e motivazioni tecniche chiare. Chiederemo risposte a tutti i Comuni coinvolti dal tracciato”.
Una battaglia trasversale che dura da anni

Comitati, cittadini e amministrazioni di diversi colori politici si oppongono da sempre al progetto, condividendo le stesse criticità: un territorio tra i più urbanizzati e inquinati d’Europa, un’opera considerata costosa, impattante e potenzialmente sottoutilizzata a causa dei pedaggi.
Secondo loro, la rete autostradale già oggi dispone di collegamenti che renderebbero superfluo un ulteriore tratto a pagamento.
Le alternative già studiate
Nel 2023 la Provincia di Monza e Brianza ha incaricato il Centro Studi PIM di analizzare scenari alternativi alla D Breve.
Lo studio ha valutato diverse ipotesi, partendo dal presupposto che la Tangenziale Est (A51), grazie alle sue caratteristiche autostradali, può già svolgere la funzione di collegamento tra la futura Tratta B2-C e l’autostrada A4.
Per Connetti Monza e Brianza, realizzare un nuovo tratto non avrebbe senso:
“La concessione prevede che Pedemontana si colleghi all’A4, ma non dice che debba farlo con un percorso unico e continuo”.
In sintesi: l’infrastruttura esistente sarebbe già sufficiente ad assorbire il traffico.
Lo scenario C3: la strada che non serve
Tra le proposte analizzate dal PIM, lo Scenario C3 (senza Tratta D Breve e con il completamento dell’interconnessione A4–A51) mostrerebbe un aumento del traffico sulla A51 molto più contenuto e compatibile con le infrastrutture attuali.
Al contrario, gli scenari che prevedono la costruzione della D Breve richiederebbero ulteriori opere accessorie, non presenti nel progetto, per risolvere criticità a livello locale.
Il grande nodo: il periodo transitorio e il rischio traffico
Un altro punto critico è il periodo transitorio, stimato in almeno 4 anni, tra l’apertura delle tratte B2-C e l’eventuale completamento della D Breve.
Secondo Connetti Monza e Brianza, in questa fase:
il traffico aumenterebbe su alcuni nodi già congestionati
sarebbero necessari interventi di potenziamento comunque inevitabili
il rischio di un peggioramento delle condizioni viabilistiche sarebbe concreto
Da qui la domanda dell’associazione:
“Perché realizzare una nuova infrastruttura così impattante senza prima verificare cosa accade con gli interventi minimi già necessari nella fase transitoria?”



