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foto U.S. Lecce YouTube
foto U.S. Lecce YouTube

C’è una parola che andrebbe eliminata dal vocabolario calcistico di chi ama i colori biancorossi dell’AC Monza. Questa parola è Lecce. Ovviamente, nessun riferimento alla splendida città del Salento, che molte guide turistiche definiscono “la Firenze del Sud” per la sua bellezza. E neppure alcuna allusione ai suoi abitanti, eredi di quell’apporto culturale dato loro dall’influenza che su quei territori ebbe la Magna Grecia. Il vocabolo da eliminare riguarda la squadra calcistica giallorossa, che in quasi tutte le circostanze in cui il Monza l’ha trovata sul proprio cammino gli ha indotto profonde delusioni, di varia natura e portata. Quasi sempre, con strascico di polemiche, battibecchi e discussioni di ogni tipo. E sempre, con tanta, tantissima sfortuna a danno del Monza.

Senza andare a quel giugno del 1979, quando Silva fallì il rigore (altra parola da eliminare se abbinata a Lecce) contro i salentini che, se realizzato, avrebbe spalancato al Monza le porte della serie A, basta guardare agli ultimi tre campionati. Cinque gare, due pareggi e tre sconfitte per i biancorossi. Con i giallorossi salentini che a Monza sanno segnare solo su rigore (e dagli): Coda, Lorenzo Colombo e Krstovic in ordine cronologico. Non voglio appellarmi solo alla sfortuna, ma la dea bendata, che lo scorso maggio si era accanita contro Gytkjaer negandogli la trasformazione del penalty contro il Lecce, ancora una volta ha mandato un segnale negativo ai ragazzi di Palladino già nei primissimi minuti di gara. L’incomprensione tra Sorrentino (sostituto in extremis dell’infortunato Di Gregorio) e Caldirola, ha creato i presupposti per l’ennesima gara in salita, con il rigore realizzato da Krstovic.

Tuttavia, per la prima volta in stagione, Colpani e compagni hanno mostrato un’apprezzabile reazione caratteriale allo svantaggio, raddrizzando il punteggio e creando molte opportunità, purtroppo gettate al vento, per passare. Tranne una, quando Andrea Carboni era riuscito a insaccare in acrobazia. Ma la sfortuna, sotto mentite spoglie (VAR) e sempre in agguato, ha nuovamente colpito, negando il gol per ragioni sembrate poco comprensibili.

L’undici di Palladino avrebbe meritato di vincere, per la reazione, per la personalità mostrata, per le varie occasioni create. Peccato. La squadra c’è, manca chi ha confidenza con il gol. Lasciamo lavorare il mister, che nella conferenza stampa post-partita si è detto fiducioso di trovare una soluzione a questo problema. A proposito di dichiarazioni a fine gara, ho salutato Roberto D’Aversa al termine del suo intervento, ricordando i suoi campionati in maglia biancorossa negli anni Novanta. Non ho voluto rimarcare che i suoi commenti su alcuni episodi della gara mi erano sembrati inopportuni. Riguardo l’espulsione di Baschirotto, il secondo giallo a Caldirola, l’intervento di Birindelli su Banda. Criticando la VAR e l’arbitraggio. Ovviamente, nessuna parola sul gol annullato al Monza…Eh sì, caro Roberto, anche tu hai contribuito a mettere un po’ di vena polemica a questo incontro tra Monza e Lecce. Come dicevo prima, quando si incontrano brianzoli e salentini c’è sempre uno strascico polemico. Prendiamone atto. Ma speriamo che prima o poi la fortuna non ci volti sempre le spalle.   Paolo Corbetta                                                 

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