Case di comunità a Monza: ecco perché quasi tutte sono ferme
Tra cantieri fermi e pochi operatori, la situazione preoccupa

Negli ultimi anni si è parlato spesso di potenziamento dei servizi sanitari, di strutture di prossimità e di investimenti per rendere l’assistenza più vicina ai cittadini. Le promesse sono state tante, così come gli annunci ufficiali, ma la sensazione è che tra il dire e il fare ci sia ancora troppa distanza.
Le comunità locali chiedono certezze, soprattutto quando si tratta di salute pubblica. L’attenzione verso le Case di comunità è cresciuta rapidamente, diventando uno degli argomenti più discussi nella sanità lombarda. Eppure, la realtà sul territorio racconta una storia diversa: progetti avviati a metà e cantieri fermi.
Proprio a Monza, cuore pulsante della Brianza, la situazione ha acceso il dibattito politico e ha sollevato più di una domanda tra cittadini e istituzioni.
Monza e Case di comunità: un progetto a metà

Come riporta il Giornale di Monza, oggi in città è attiva solo una Casa di comunità: quella di via Luca della Robbia, dove il cantiere è operativo e i servizi funzionano. In via Borgazzi, invece, i lavori non sono nemmeno iniziati, lasciando l’area ferma e senza prospettive immediate.
L’assessore al Welfare Egidio Riva ha espresso preoccupazione, parlando di ritardi importanti e di difficoltà nel reperire personale qualificato. Non è quindi solo una questione di muri e impianti: senza le persone giuste, le strutture rischiano di restare scatole vuote.
La politica chiede fondi e garanzie
Sul fronte politico, la Lega ha chiesto alla Regione di stanziare fondi per recuperare l’ex asilo San Giuseppe di Arcore e trasformarlo in una nuova Casa di comunità. Una mossa che, se concretizzata, potrebbe alleggerire la pressione sugli altri presidi e ampliare l’offerta sanitaria.
Intanto a Lissone il presidio funziona regolarmente, con nove ambulatori specialistici e attività settimanali per far conoscere i servizi. Un modello di efficienza che molti vorrebbero replicare, evitando così disparità territoriali.
Servizi sanitari e fiducia dei cittadini
Il punto centrale resta la fiducia dei cittadini in un sistema che, per ora, appare troppo lento nell’attuazione delle promesse. L’esperienza positiva di Lissone dimostra che, quando i progetti vengono completati, il riscontro è immediato.
A Monza, invece, il sentimento diffuso è che serva un’accelerazione concreta prima che la distanza tra istituzioni e cittadini diventi incolmabile.
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