Pier Silvio Berlusconi al centro di una grave truffa: il phishing che ha scosso tutti
Un finto video su YouTube mostra Pier Silvio Berlusconi che promette “1000 euro al giorno”. Mediaset conferma: è un deepfake, i legali al lavoro da due anni.

Un volto noto, una promessa allettante, un linguaggio convincente.
Scorri un video su YouTube e all’improvviso compare Pier Silvio Berlusconi, in giacca e cravatta, che ti parla come se stesse lanciando una nuova iniziativa personale.
“Hai un’opportunità rara. Puoi cambiare vita. Guadagnare mille euro al giorno”.
Le parole sono scandite con sicurezza. Le cifre sembrano reali. Il marchio di Mediaset, che appare in alcuni frame, dà un’apparenza di serietà.
E invece è una truffa costruita con l’intelligenza artificiale.
Il video fake: “Io sono Pier Silvio, ti insegnerò a guadagnare 1000 euro al giorno”
Lo spot compare ciclicamente su YouTube e altre piattaforme, soprattutto all’interno di video di intrattenimento e informazione.
Nell’audio, una voce maschile recita:
“Sono Pier Silvio Berlusconi, imprenditore e manager, figlio di Silvio Berlusconi. Ti propongo un progetto che può garantirti libertà economica e indipendenza”.
Segue una promessa precisa:
“Non è un inganno, non ho bisogno di nulla da te. Voglio solo mostrarti come potrai guadagnare 1000 euro al giorno, 7000 a settimana, 30mila al mese”.
Un linguaggio tipico dei sistemi di trading truffaldini, ma reso credibile dalla falsa immagine dell’amministratore delegato di Mediaset.
Dietro la promessa, una trappola di phishing
Chi clicca sul link dello spot viene reindirizzato a una pagina fake, spesso costruita graficamente come un articolo del Sole 24 Ore.
All’interno, un finto giornalista racconta di un “progetto rivoluzionario dei Berlusconi” che consente di “guadagnare anche da casa”.
L’utente viene poi invitato a registrarsi su una piattaforma di investimenti: entro pochi minuti, riceve una chiamata da un call center estero, con una voce femminile che – in italiano stentato – propone di versare 250 euro come prima tranche di investimento.
Chi accetta fornisce iban e credenziali bancarie, diventando di fatto vittima di una truffa finanziaria digitale.
Il contatto con Mediaset: “Un falso generato con l’intelligenza artificiale”
Dopo essersi imbattuto più volte nello spot, l’autore del racconto ha deciso di contattare direttamente Mediaset.
All’ufficio legale di Cologno Monzese confermano che si tratta di un falso costruito con strumenti di AI e che i legali del gruppo sono da due anni al lavoro per bloccare questi contenuti.
Le difficoltà, spiegano, derivano dal fatto che le basi operative delle truffe sono all’estero, con server e domini registrati in Paesi che non collaborano facilmente con le autorità italiane.
“È una battaglia complicata, ma necessaria – riferiscono da Mediaset –. Stiamo segnalando ogni nuovo video alle piattaforme, ma la diffusione è rapidissima”.
Il nodo sicurezza: perché la Polizia Postale non riesce a fermarli
Il caso apre una questione più ampia: come è possibile che video del genere restino online per mesi, con milioni di visualizzazioni?
Secondo esperti di sicurezza informatica, la tracciabilità delle fonti estere e la replica automatica dei contenuti attraverso bot e mirror link rendono complesso l’intervento.
Nonostante le segnalazioni alla Polizia Postale, lo spot continua a ricomparire con domini diversi e link modificati, aggirando i controlli automatici delle piattaforme.
E la combinazione tra deepfake realistici e strategie persuasive lo rende potenzialmente pericoloso per chi ha poca dimestichezza con la finanza o con le truffe online.
Deepfake e identità rubate: il nuovo volto delle truffe digitali

Il caso del finto Pier Silvio Berlusconi non è isolato.
Negli ultimi mesi, diversi volti noti italiani e internazionali – da Elon Musk a Chiara Ferragni – sono stati utilizzati in video fake generati dall’intelligenza artificiale per promuovere schemi di guadagno o trading non autorizzati.
L’obiettivo è sempre lo stesso: sfruttare la credibilità di un personaggio reale per ottenere fiducia immediata e indurre le vittime a fornire dati o denaro.
Un fenomeno che cresce rapidamente e che – in assenza di regolamentazioni globali sull’uso dell’AI – rappresenta una minaccia concreta per la sicurezza digitale.
Come difendersi dai video fake e dalle truffe AI
Gli esperti ricordano alcune regole basilari:
- Mai fidarsi di video o post che promettono guadagni rapidi o cifre esorbitanti.
- Verificare sempre l’origine del sito o del link: i domini sospetti (senza “.it” o “.com” ufficiali) sono spesso truffaldini.
- Non fornire mai dati bancari o documenti personali a chi contatta via telefono dopo un’iscrizione online.
- In caso di dubbio, contattare direttamente l’azienda o la persona coinvolta, come avvenuto in questo caso.



