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Le dinamiche che attraversano oggi il mondo giovanile evidenziano un disagio sempre più complesso e difficile da intercettare in tempo. Contesti familiari apparentemente ordinari possono non bastare a prevenire comportamenti che sfociano in atti imprevedibili e spesso irreparabili.
Di fronte a episodi così gravi, il confronto tra famiglie, istituzioni e operatori del settore diventa essenziale per comprendere ciò che accade prima che la violenza esploda.
Un approfondimento andato in onda in televisione ha portato nuove voci e nuove testimonianze su una vicenda che ha scosso profondamente la comunità brianzola.
La trasmissione ha raccolto parole e riflessioni di figure che stanno seguendo da vicino il percorso dei ragazzi coinvolti e delle loro famiglie.

paolo piffer

Il servizio di RealPolitik e i dettagli dell’aggressione

Nel servizio di RealPolitik in onda su Rete 4, sono stati ripercorsi i fatti che hanno portato all’arresto di cinque giovani, due maggiorenni e tre minorenni, accusati di aver aggredito e “massacrato uno studente di 22 anni” nella notte del 12 ottobre, vicino a Corso Como, a Milano. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano la violenza dell’episodio, mentre la vittima “si trova ancora in rianimazione e rischia di restare invalida”.

Il servizio ricorda che i due maggiorenni sono rinchiusi a San Vittore, con il giudice che ha confermato la necessità della custodia cautelare. Uno dei due, Alessandro Chiani, sarebbe accusato di aver sferrato le coltellate.

All’interno del racconto televisivo trovano spazio anche le voci dei ragazzi che conoscevano gli arrestati, che li descrivono come provenienti da “contesti comunque agiati”, con famiglie composte da bancari, ex impiegati e insegnanti.

Le parole di Paolo Piffer e il ruolo delle famiglie

Nella seconda parte del servizio, l’attenzione si sposta sulle dinamiche familiari e sul tema dell’incoscienza giovanile, centrale nelle riflessioni del politico, presentato come operatore di Monza della grave marginalità Paolo Piffer. Le sue parole vengono riportate integralmente:

Una delle madri ha detto che non si è accorta che suo figlio andasse in giro con il coltello. È possibile che non si fossero resi conto? È possibile perché fino a quando non succede il fatto, spesso c’è un po’ di distrazione.

Il servizio contiene anche le intercettazioni già emerse, tra cui la frase: “Magari quel coglione è ancora in coma, domani schiatta e ti danno omicidio. Ma speriamo bro, almeno non parla. Te non hai capito? Io gli stacco tutti i cavi”. Passaggi che, secondo il politico monzese, “dimostrano ancora di più che il problema è proprio l’incoscienza”.

Piffer conferma che le famiglie dei giovani coinvolti si trovano oggi in una situazione difficile e hanno cercato supporto per affrontare quanto accaduto.