Coronavirus, storia di grande umanità all'ospedale San Gerardo di Monza: 'Io malato di Covid-19 e quegli infermieri sempre con me'
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di un lettore di Monza-News.
"Mi sembra giusto segnalare quella che è stata la mia esperienza di Covid ed i piccoli grandi gesti di umanità che ho ricevuto. Dimissioni concordate, ancora un po’ di strada da fare, per uscire totalmente dall’incubo CoVid19, ma il peggio sembra passato. Seppur blindato sono a casa e, da subito, il desiderio di un ringraziamento.
Ospedale San Gerardo, Monza, Medicina d’urgenza ed un personale medico ed infermieristico che non dimenticherò mai. Tutti gentili, pronti e, soprattutto, umani. Quest’ultimo aspetto, quando lotti raschiando il fondo delle tue energie, quando sfiori i limiti del tuo corpo e quando ti senti al limite di una resa e di un non ritorno, fa la differenza.
Ricoperti e nascosti da protezioni, tutti uguali nella loro difesa per difendere, difficili da riconoscere ed, ancora, tutti uguali nella gentilezza e nel desiderio di aiutarti.
Lasciatemi solo citarne due, sperando a loro giunga il messaggio, dicendo ciò che so, ma soprattutto riconoscendosi nell’azione, perché altro di loro non conosco.
Simone: il nome scritto a pennarello sulla tuta protettiva. Sempre disponibile, sorridente, incoraggiante. Banalità; non ho possibilità di tagliare le unghie....siamo in isolamento totale....e così, giusto per scherzare, gli dico di sembrare un avvoltoio. Due giorni dopo si presenta al mio letto e mi dona un tagliaunghie appena acquistato ! Naturalmente non vuole un euro. Grazie Simone per uno dei tuoi tanti gesti!
Una piccola infermiera senza nome. È notte, casco in testa, ossigeno che pompa, eppure il respiro non arriva. Suono il campanello dell’emergenza e lei arriva di corsa. Dentro il casco crollo, piango e faccio segno della mia sofferenza. Armeggia per quel che può.... si siede sul letto, poi mi prende, mi sposta con dolcezza, appoggia la mia testa ed il suo casco sulle sue gambe, mi prende la mano e, sussurrando, mi dice di non aver paura. Comincia ad accarezzarmi piano piano la schiena; passano minuti, non so quanti, ma ascolto lei, le sue mani, la sua voce. Il coraggio torna, il fiato un po’ migliora e mi addormento, bambino rinato. La rivedo forse un paio di volte, ma senza la certezza del suo volto, solo il ricordo della sua voce. Ecco a loro in particolare ma veramente a tutti il mio grazie, che non sia di maniera, ma la sostanza vera di una vita ritrovata. Per sempre nel mio cuore. L'email, inviata qui e là, è arrivata all'infermiere Simone che così risponde, confermando quanto questo uomo sia grande!
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Ehi ciao Stefano, come stai ? La convalescenza procede bene ?
Voglio ringraziarti per la mail che hai scritto, le tue parole sono ossigeno, adrenalina e saranno energia motivazionale al cento per cento da utilizzare nei momenti bui.
Questi mesi sono stati difficili per tutti, ormai ci siamo quasi abituati ad avere il volto segnato e dolente per l'uso delle mascherine ma le ferite più profonde quelle che fanno più male sono quelle che tutta questa sofferenza ci lascia sul cuore, sull'anima e che porteremo per molto tempo.
Questa epidemia ci ha preso in contropiede, non eravamo pronti e qualche volta ci ha sopraffatto ma la guerra contro questo maledetto virus è lunga e per ognuno di voi che torna a casa dai propri cari per noi è una battaglia vinta.
Sono consapevole che ci saranno, purtroppo, ancora turni strazianti che mi sfiniranno come è già successo ma sono anche consapevole che questa volta avrò un'arma in più per rialzarmi e tornare in corsia ancora più motivato e quest'arma sono le tue parole.
Nei momenti bui rileggerò la tua mail e sarà una ricarica di energia pura.
Ciao Stefano un forte abbraccio a te e alla tua famiglia.
Parleremo di Coronavirus anche lunedì sera a Binario Sport dalle 20.30. Vuoi inviarci una tua testimonianza? Scrivi a [email protected]
Simone