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Francesca Dell’Aquila, consigliera comunale del Pd a Monza, ha rinunciato al suo mandato per dedicarsi alla sua bambina di tre mesi e mezzo. Ma non si arrende alla discriminazione di genere che penalizza le donne in politica, soprattutto quelle che diventano madri. Chiede infatti che il regolamento del consiglio comunale sia modificato per consentire ai neogenitori di partecipare alle sedute da remoto durante il congedo parentale, come già avviene in altre città.

I motivi delle dimissioni

dimissioni

La consigliera del Pd, che era stata costretta a restare a casa anche in gravidanza per motivi di salute, ha spiegato che per una donna che allatta è impossibile seguire i lavori dell’Aula. Per questo ha preferito lasciare il posto alla prima dei non eletti del suo partito, Paola Bernasconi. Ma ha anche sollecitato il suo gruppo a proporre una revisione del regolamento che introduca la possibilità di collegarsi da casa con il consiglio comunale durante il periodo di congedo parentale.

Un segnale di conciliazione

Dell’Aquila ha sottolineato che si tratta le sue dimissioni sono un segnale concreto di conciliazione tra vita familiare e vita professionale, in un momento in cui si parla di inverno demografico e parità di genere. Ha ricordato che altre città, come Torino e Vercelli, hanno già adottato questa misura con una procedura veloce, senza dover rivedere tutto il regolamento.

Il suo gesto ha ricevuto il sostegno di Italia Viva, che ha espresso solidarietà alla consigliera e ha auspicato un cambiamento culturale che non costringa le donne a scegliere tra essere madri ed essere politiche. Melina Martello, esponente di Italia Viva, ha evidenziato la disparità di ruoli tra il neo papà e la neo mamma, e ha chiesto che la società, in ogni ambito, preveda sistemi organizzativi che permettano alla donna di essere al tempo stesso madre e professionista.