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"Testa bassa e pedalare, sempre tenendo un profilo basso".

Ancora una volta sono le parole di Max Allegri a dare la misura di ciò che serve per dare forma, sostanza e identità a una squadra: umiltà e sacrificio. 

Volare basso, ma con costanza. 
Perché, sempre secondo Allegri, “giocar bene e giocar male dipende dal risultato finale”. 
E se il pareggio al Castellani aveva influenzato in negativo il giudizio sulla prestazione del Monza, ecco che il successo in casa col Catanzaro sposta l’asticella dal lato della soddisfazione, con tre punti in cassaforte che restituiscono morale e fiducia.

Il Monza vince e convince all’U-Power Stadium, mettendo a referto la miglior prestazione stagionale per piglio, atteggiamento e carattere. Con Pippo Pensalfini, ex giocatore biancorosso dal 2002 al 2004, “coach on the bench” per la squalifica di Bianco.

Nel giorno di San Francesco (dal 2026 festa nazionale), i brianzoli si regalano un sabato di passione e sofferenza, battendo i calabresi al termine di una partita tosta, combattuta e di puro imprinting cadetto. 
Il Cantico delle Creature diventa il Canto del Canario, da San Bautista, l’artiglio che graffia e non dà scampo. Ancora una volta è lui, Agustin Alvarez a lasciare il segno, timbrando il cartellino con regolare costanza: 3 gol in 7 gare e una presenza in area di rigore da vero goleador, abile nel legare la manovra e nell’attaccare la porta, pronto a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto.

Dove osano le aquile (Clint Eastwood docet) di Aquilani, c’è un uruguagio intrepido a rimetterle a terra, tarpando le loro ali e ripristinando la parità con una zampata mancina (come contro la Samp) dopo il vantaggio in apertura di Cisse.
Il calcio vive di episodi e sono gli episodi stessi a dettare legge, con Birindelli che, “graziato” dall’arbitro per la zingarata alla Tognazzi ai danni di Cisse, sforna l’assist per Alvarez e sigla il gol partita nella ripresa. Zeroli dà corsa e interdizione, Obiang è la diga e il centro di gravità dei biancorossi, il Professor “mezzasquadra” – come fu ribattezzato Jugovic ai tempi della Juve di Lippi – che dà ordine, equilibrio e struttura. Un elemento imprescindibile al pari di Keita, altro giocatore di spessore e fuori scala per la B. E poi c'è Silver Surfer Paulo Azzi, il motorino della fascia sinistra che viaggia a doppia velocità e impallidisce gli avversari, abbinando quantità e qualità. A proteggere il castello è, invece, Armando Izzo, leader emotivo e di grande carisma, l'ultimo ad arrendersi e il primo a suonare la carica, col tiro-assist che propizia il gol di Birindelli.
Infine, c'è il Andrea Colpani, che a Monza si è affermato ed è stato decisivo in A soprattutto nel secondo anno: il Flaco sta cercando di ritrovarsi - fisicamente e mentalmente - dopo la scorsa annata a Firenze e per farlo ha bisogno di mettere minuti nelle gambe, di giocare ed entrare negli automatismi di squadra. Contro i calabresi non ha brillato, ma ha messo il suo zampino in entrambe le azioni da gol, innescando il pre-assist per Birindelli e la sventagliata d'esterno in area per la rete decisiva.

monza catanzaro 2-1
L'esultanza dei giocatori del Monza dopo la vittoria contro il Catanzaro

Monza focalizzato, Catanzaro ciclico

Il sociologo francese Pierre Sansot diceva che “il buon giocatore deve fare la scelta giusta immediatamente prima di aver riflettuto su cosa sarebbe meglio fare”.

E aveva ragione, perché nello sport è tutta una questione di scelte. Scelte che fanno la differenza e indirizzano, in un senso o nell'altro, le gare: nel servire un compagno smarcato, visualizzare lo spazio da attaccare, vagliare la soluzione giusta tra le opzioni disponibili, essere incisivi in campo e determinare.

Senza dimenticare che, come diceva Osvaldo Soriano, "il calcio è dubbio costante e decisione rapida" e bisogna adoperarsi per far dialogare i due fattori.

Bianco vara il consueto 1-3-4-2-1, più spregiudicato e offensivo, con uno scacchiere che non guarda ai numeri, ma predilige i principi e le funzioni: Thiam tra i pali; pacchetto arretrato composto da Izzo, Ravanelli e Carboni; Obiang e Zeroli nel mezzo, con Birindelli e Azzi sulle fasce; Colpani e Keita alle spalle di Alvarez. 

Aquilani opta per un sistema a specchio, sviluppando un piano gara uomo su uomo: Pigliacelli in porta; Bettella, Antonini e Verrengia in difesa; Petriccione e Pontisso in mediana, con Cassandro e Favasuli sulle corsie esterne; in avanti Oudin e Cisse dietro a Iemmello.

Il Catanzaro parte in quinta e stappa subito il match con Cisse: filtrante intercettato a Obiang nella meta campo giallorossa, break in transizione degli ospiti, seconda palla ripulita sul rinvio di Carboni e assist di Iemmello per il giovane attaccante in prestito dal Verona.
0-1 dopo 5' e doccia gelata per padroni di casa. 
Il Monza non si scompone e reagisce subito, stazionando in pianta stabile sulla trequarti e trascinando tanti uomini nell'area avversaria, coi braccetti Izzo e Carboni (uno bloccato, l'altro sbloccato) ad alternarsi in proiezione offensiva. 
La chiave tattica è lo sviluppo del gioco in ampiezza, preservando centralità e bilanciamento nel mezzo, con Obiang e Zeroli che si spartiscono (bene) i compiti di costruzione e interdizione. 
Con il baricentro avanzato il Monza si allunga e libera gli spazi, scoprendo la schiena alle ripartenze di un Catanzaro più corto e accorto, centrato nel palleggio, ma poco efficace in rifinitura.

Prima ci prova Izzo di testa, poi Azzi scheggia la traversa e, infine, ci pensa Alvarez a ristabilire la parità, con un pedata mancina nell'area piccola su assist di Birindelli. 

Il Monza è focalizzato, prende in mano la partita, costruisce tante occasioni come a Empoli, ma fatica a capitalizzare, peccando d'imprecisione, frenesia e freddezza sotto porta.
Nella ripresa è dominio biancorosso, con gli ospiti schiacciati nella loro metà campo, sempre secondi sul pallone e lenti nell'imbastire i contropiedi.

La squadra di Bianco spinge, arma il pressing e va in riaggressione, alla ricerca del gol del sorpasso.
Il vantaggio arriva al 66' con Birindelli che, con un tap-in scientifico a due metri dalla porta, accomoda in rete il tiro-cross di Izzo. Nell'ultima mezz'ora il Catanzaro viaggia a intermittenza, ma l'iniziativa è timida e la difesa brianzola fa buona guardia, con anticipi e uscite palla al piede di Ravanelli e Izzo.

I biancorossi tentano in tutti i modi di chiudere la partita, ma le occasioni sfumano e il tris non si consuma, alimentando un pizzico di paura nel finale.
Dopo 5' di recupero è l'arbitro Perri a calare il sipario del match: Monza-Catanzaro termina 2-1.

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Il gol vittoria di Birindelli in Monza-Catanzaro 2-1

La vittoria della svolta

11 lunghezze in classifica, successo in rimonta e un ulteriore upgrade sul piano del gioco e delle occasioni: il Monza non sbaglia, piazza il colpo e si rilancia in campionato, rispondendo alle critiche sul campo, con un 2-1 di corto muso che vale più di tre punti. 
La sensazione è che la partita col Catanzaro sia stata quella svolta, non solo per la squadra, ma anche per Paolo Bianco, che non ha mai smesso di crederci, mettendoci la faccia nelle difficoltà e impegnandosi a tutelare i giocatori. Per il bene del gruppo, con una gestione “old school” a spronare i ragazzi, abbracciando quell'azione "buona" che Socrate definiva una virtù.

La sosta per gli impegni delle Nazionali casca a pennello e sarà fondamentale per recuperare energie, freschezza mentale e infortunati. L’obiettivo è quello di correggere gli errori, affinare la connessione tra i reparti e la fluidità della manovra. E ancora: ottimizzare le due fasi, perfezionare le letture e i tempi di gioco, occupare con maggior efficacia gli spazi, calibrare la mira sotto porta, aumentare la precisione e aggiungere quel cinismo che è materia essenziale per risolvere le gare.  

Il Monza è vivo e sta crescendo, ma la strada è ancora lunga e il percorso pieno di insidie. 
Adesso è il momento di alzare l’asticella e cambiare marcia, di fare una corsa in più per aiutare i compagni e lavorare di squadra, senza pensare troppo all'io ma elevando il noi. Tutto questo mettendo i giocatori nella condizione di rendere al meglio, accendendo quello spirito unitario che è il sacro fuoco di ogni team.  

La Serie B non perdona e da ora in avanti non sono ammessi cali di tensione. Il traguardo, dichiarato, è la promozione in A e per raggiungerla non sono concessi ulteriori passi falsi. 
Occorre rispolverare quella sana abitudine che negli ultimi 15 mesi si è un po' persa, scrollandosi di dosso le scorie residue e voltando pagina.

Il 18 ottobre si riparte dal Benito Stirpe di Frosinone: un match difficile contro una squadra ostica e ben organizzata.
L'intento è, e deve essere, uno solo: vincere.
E come diceva Gene Wilder in Frankenstein Junior: “Si può fare”.

A cura di Andrea Rurali