L'ultima intervista di Ornella Vanoni ad Aldo Cazzullo: 'Ecco come rifiutai Berlusconi...'
La cantante, appena scomparsa, ricorda gli episodi che segnarono il loro rapporto tra tv, teatro e scelte artistiche
Negli ultimi decenni la musica italiana ha attraversato molte trasformazioni, accompagnata da voci che ne hanno segnato il percorso in modo indelebile. Tra queste, una figura - appena scomparsa - si è sempre distinta per temperamento, autenticità e visione artistica fuori dal comune. Il racconto della sua carriera offre uno spaccato prezioso su come il mondo dello spettacolo sia cambiato, mantenendo però intatti alcuni elementi della tradizione.
Il percorso di questa interprete, ricco di scelte indipendenti e decisioni nette, continua a rappresentare un punto di riferimento per tanti appassionati.
Le sue esperienze professionali, spesso intrecciate a incontri significativi, hanno contribuito a definire una personalità forte, capace di non piegarsi alle logiche del mercato.
Ed è proprio ripercorrendo alcuni di questi episodi che emerge un quadro più completo del suo modo di vivere la scena artistica.

Ornella Vanoni e Silvio Berlusconi, un rapporto complesso
Nell’ultima intervista concessa da Ornella Vanoni ad Aldo Cazzullo nel programma Una Giornata Particolare su La7, la cantante ha ricordato un episodio legato ai suoi inizi nelle televisioni private di Silvio Berlusconi. Racconta:
Lui cominciava ad avere le televisioni e io dovevo fare degli sketch ma non mi piacevano. Allora mi manda a chiamare e io glielo dico. 'A chi non piacciono i miei sketch...', e io risposi: 'Non sono i suoi sketch ma di quelli che li scrivono, cosa c'entra lei?'. E lui: 'Allora ciao, arrivederci, addio...'.
L’artista ha poi ricordato un nuovo incontro al teatro Manzoni, alla prima di Zeffirelli, descrivendolo come “un teatro molto borghese, senza balconata”, con una scenografia che non la convinceva. Prosegue:
A me non piaceva perché Zeffirelli occupava troppo il palco, non c'era lo spazio per un chiodo. Allora lui va da Montanelli e dice: 'Che caratterino la Vanoni'. Non eravamo fatti per intenderci? Chi lo sa. Io comunque avevo votato socialista alla Prima Repubblica.
Indipendenza artistica e coerenza professionale
In un approfondimento pubblicato da La7, viene riportato in questi terminiu il racconto dell’artista:
Mi propose di lavorare con lui in televisione, ma non mi piaceva il suo modo di fare tv, così gli dissi di no e si offendette.
L’emittente sottolinea come la sua indipendenza artistica e la sua coerenza abbiano sempre guidato ogni scelta professionale, senza cedere a compromessi.
Questo aspetto emerge chiaramente anche nei suoi ricordi: il legame con la propria visione, la fermezza nel difendere la qualità del proprio lavoro e l’incapacità di adattarsi a contesti che non sentiva affini hanno costruito l’immagine di una personalità decisa, rispettata e mai omologata.



