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C’è stato un momento della scorsa settimana in cui ho compreso quanta fiducia abbia Paolo Bianco nel suo Monza. Nei minuti precedenti l’inizio della conferenza stampa di venerdì, a microfoni ancora spenti, Bianco aveva informato i giornalisti presenti che a Pescara sarebbe potuto mancare Dany Mota. 

Il che, considerata la contestuale indisponibilità di Alvarez e dello squalificato Izzo, aveva portato il mister biancorosso a dire con nonchalance e con un sorrisino apparentemente provocatorio “Potremmo dover rinunciare a chi ha realizzato la gran parte dei nostri gol in questo inizio di stagione”.

In quel momento ho capito che a Pescara sarebbe potuto arrivare il sesto successo consecutivo. Perché nell’atteggiamento di Bianco non c’era sbruffoneria, non c’era nulla di spavaldo o di realmente provocatorio. C’era la consapevolezza che i gol, come accaduto, sarebbero potuti arrivare da altri. 

Ma c’era soprattutto la convinzione delle enormi potenzialità della squadra che lui ha plasmato, anche grazie ad un organico qualitativo ed abbondante che gli è stato messo a disposizione dal lavoro congiunto della società uscente e di quella entrante.

C’è voluta una manciata di turni per vedere il Monza manifestare in pieno il proprio calibro. Qualche sbandata iniziale (contro Avellino e Padova), un paio di successi senza convincere troppo (Mantova e Sampdoria), due trasferte difficili (Bari ed Empoli) raccogliendo due pareggi che andavano stretti per quanto mostrato in campo. 

Poi, la crescita della squadra, figlia di un impianto di gioco sempre più oliato e funzionante; e figlia di un calcio interpretato con intensità, determinazione e carica agonistica. E soprattutto con la personalità che è cresciuta nel momento in cui sono state eliminate le scorie della disastrosa stagione scorsa nella testa e nel fisico di chi è rimasto in maglia biancorossa.

Monza, i numeri sono chiari 

I numeri sono chiari. Nelle prime 6 giornate delle 12 fin qui disputate il Monza ha raccolto 8 punti, realizzando 5 gol e subendone altrettanti. Nei 6 turni successivi sono arrivati 18 punti, con 12 reti all’attivo e 2 al passivo. 

E, soprattutto, con Thiam imbattuto nel ultime 3 partite. Da buon difensore e da profondo conoscitore della categoria, Bianco ha costruito una squadra che ha una solida fase difensiva ed è la migliore del campionato. E se davanti si ha la qualità che ha il Monza, il gol prima o poi arriva.

Ora la sosta. Può sembrare non opportuna, può sembrare danneggiare il momentum che i biancorossi stanno attraversando. Io credo che qualche giorno di riposo possa consentire di tirare il fiato e, soprattutto, possa far prendere consapevolezza che guardare le altre squadre dall’alto dà un senso di sicurezza nelle proprie possibilità. 

E può dare a Bianco la possibilità di riflettere su una sua convinzione, che condivido, riguardo al numero di successi che servono per ambire a essere nelle primissime posizioni a fine campionato. “Ce ne vogliono 22” è il pensiero del mister biancorosso. Siamo ad oltre un terzo di questo numero, nonostante il torneo non sia ancora arrivato ad un terzo del cammino.   

Paolo Corbetta

Corbetta

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