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Negli ultimi giorni il dibattito sulla Manovra economica si è intrecciato con nuove trattative interne alla maggioranza, mentre il confronto con imprese, istituti bancari e gruppi industriali continua a incidere sul percorso degli emendamenti. Le discussioni tra governo e partiti stanno entrando nella fase più delicata, quella in cui ogni modifica pesa tanto sul piano politico quanto sul fronte delle coperture finanziarie.

Allo stesso tempo, il rapporto tra potere economico e decisioni legislative rimane al centro dell’attenzione, anche alla luce delle tensioni emerse nelle ultime settimane. Le interlocuzioni riservate, i veti incrociati e le mediazioni condotte nelle stanze di Palazzo Chigi hanno contribuito a un quadro complesso, in cui le scelte fiscali assumono un rilievo decisivo per diversi settori industriali.

La discussione interna alla coalizione non riguarda soltanto il gettito o le risorse da reperire, ma anche gli effetti che i nuovi interventi produrranno su holding, editoria, credito e industria. Un contesto in cui il ruolo dei partiti e delle loro relazioni con i principali gruppi privati resta cruciale.

Marina Berlusconi

Irap e holding: manovra fiscale e benefici alle aziende

Secondo quanto ricostruito da Il Fatto Quotidiano, il governo sta definendo un nuovo intervento sull’Irap che prevede un aumento del prelievo sulle grandi banche, con l’obiettivo di reperire risorse da destinare a una serie di modifiche richieste dai partiti di maggioranza. La misura – che introduce un’aliquota del 2,5% sugli istituti di maggiore dimensione e una franchigia fino a 90 mila euro per le realtà più piccole – consentirebbe di soddisfare la richiesta avanzata da Forza Italia: cancellare l’aumento dell’Irap per le holding non finanziarie.

Una scelta che, sottolinea Il Fatto Quotidiano, risponde alle sollecitazioni della famiglia Berlusconi, preoccupata per gli effetti dell’incremento sulle strutture di controllo di Mediaset. Un quadro confermato anche da la Repubblica, che evidenzia come l’intervento riguardi direttamente Fininvest, holding che detiene le partecipazioni di riferimento in Mfe, Mondadori e Mediolanum. L’eliminazione dell’aumento dell’imposta permetterebbe dunque a queste realtà di non subire il nuovo prelievo previsto inizialmente dalla legge di bilancio.

Libri scolastici e detrazioni fiscali: impatto su editoria e famiglie

Accanto alle modifiche sull’Irap, un altro tassello riguarda la detrazione per i libri scolastici, misura già segnalata nel precedente articolo e ora confermata dalle ultime ricostruzioni giornalistiche. Il Fatto Quotidiano riporta che la proposta – avanzata da Forza Italia e sostenuta da un emendamento di Noi Moderati – mira a introdurre una detraibilità del 19% per le famiglie sotto una determinata soglia Isee. Un intervento che avrebbe un impatto diretto sul settore dell’editoria scolastica, in cui Mondadori mantiene la quota di mercato più ampia.

Secondo la Repubblica, l’agevolazione era stata già discussa nei mesi scorsi senza trovare spazio nella versione iniziale della Manovra, ma la nuova spinta politica e il lavoro di mediazione avrebbero permesso di reinserirla nel pacchetto di modifiche in esame. L’esito, sottolineano fonti citate dal quotidiano, viene considerato prioritario dagli azzurri, che hanno ricevuto indicazioni chiare durante le consultazioni con i diretti interessati.

Tensioni nella maggioranza e dubbi istituzionali

La fase parlamentare della Manovra resta comunque complessa. Il Fatto Quotidiano racconta delle frizioni interne a Forza Italia legate alla gestione degli emendamenti e del malcontento espresso dal senatore Claudio Lotito, che ha contestato la riduzione del numero di proposte segnalate dal gruppo. Parallelamente, altre tensioni emergono sul fronte istituzionale: un emendamento di Fratelli d’Italia sulle riserve auree della Banca d’Italia ha suscitato le perplessità del Mef, della Bce e del Quirinale, che valuteranno eventuali profili di inammissibilità.

Il confronto riprenderà nei prossimi giorni, mentre governo e maggioranza dovranno trovare un equilibrio tra le richieste politiche e i limiti delle coperture disponibili.