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Intanto, sul fronte giudiziario, gli avvocati dei sette imputati condannati per lo stupro di gruppo stanno valutando la possibilità di chiedere la revisione del processo.
Al centro ci sarebbe un audio fuorionda del podcast “Sperone”, in cui la stessa Vitale avrebbe fornito una versione diversa dei fatti rispetto a quella resa in aula. I legali stanno sottoponendo il file a perizia per verificarne l’autenticità, ipotizzando che possa diventare una prova determinante.

Asia Vitale, però, ha ribadito a Repubblica: «L’unica verità è quella che ho affidato ai giudici».
Negli ultimi mesi, la giovane aveva anche espresso pubblicamente parole di clemenza verso i condannati, auspicando per loro misure alternative al carcere e parlando di un percorso di redenzione possibile solo “fuori dalle mura”.
Una vicenda che continua a dividere, tra giustizia, compassione e nuove ombre sul passato.

Asia Vitale / Frame Youtube
Asia Vitale / Frame Youtube