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Vi proponiamo la conferenza stampa di mister Cristian Brocchi, al termine del pari che ha sancito l'accesso del Monza alla finale di Coppa Italia Serie C.



- Mister, 4453 spettatori per vedere il Monza che va in finale di Coppa sudando.

"Sudando e soffrendo. E' la verità. Ma le vittorie e anche le finali si conquistano soffrendo, da squadra. Sicuramente siamo andati in difficoltà quando abbiamo preso gol. Quando c'è stata l'espulsione avversaria, probabilmente nella testa dei giocatori è subentrata la voglia di gestire la partita ma in realtà non te lo puoi permettere. Se a livello mentale abbassi l'agonismo e pensi di muovere solo la palla con tanto tempo a disposizione, ti capita di soffrire, su punizioni, calci d'angolo, situazioni che possono metterti in difficoltà. Ed è quello che è successo. C'è stato un blocco, ma non so se definirlo così. C'era tanta voglia di conquistare questa finale. Non dimentichiamoci che abbiamo fatto un percorso incredibile per arrivare qua, battendo squadra importanti, come Pro Vercelli, Novara, Imolese, poi abbiamo vinto a Vicenza e oggi è stato il primo pareggio del nostro percorso. Ci sta anche soffrire e bisogna fare i complimenti all'avversario che ha giocato una buonissima partita sia all'andata sia al ritorno. Siamo due squadre forti e quindi penso che sia normale soffrire".



- E' più soddisfatto per la prima mezz'ora in cui il Monza sembrava dominasse o più arrabbiato per il secondo tempo in cui la gestione non è andata benissimo?

"Non sono arrabbiato per il secondo tempo. Ho giocato tanti anni a calcio e so che ci sono alcuni momenti in cui succedono delle cose cui non sai dare una spiegazione. E' un fattore mentale che può incidere a volte positivamente a volte negativamente. Oggi un episodio a nostro favore (la superiorità numerica, ndr) ci ha tolto serenità. D'altronde con un gol sapevamo che saremmo stati eliminati. Quando prendi 2-3 punizioni e 2-3 calci d'angolo, il timore aumenta e può succedere che la squadra va in difficoltà. Ma pur andando in difficoltà, ha tenuto, ha retto, ha duellato. E penso che alla fine è stata una bella semifinale da parte di entrambe le squadre".



- Che impatto ha avuto il punto di vista fisico?

"Quando si parla del Monza, si parla solo del mercato fatto. Non si parla mai delle difficoltà che si possono avere quando arrivano tanti giocatori da situazioni diverse, con preparazioni diverse. Molti dei nostri non giocavano da 6-8 mesi. Dal 19 gennaio abbiamo avuto solo 2 settimane-tipo. Nelle altre abbiamo sempre giocato. Sono ripetitivo, ma si sottovaluta questo problema. Non è facile giocare a Imola tre giorni prima di una semifinale. Dal punto di vista nervoso, la partita di Imola è stata importante visto che ci giocavamo qualcosa di importante a livello di classifica. Venivamo da una partita giocata benissimo a Pordenone e da una semifinale nei giorni precedenti. Bisogna mettere in preventivo che ci possono essere difficoltà a livello fisico. E continueremo ad averle. Per quello faccio girare tanti giocatori, anche perché meritano tutti di giocare. Lo sto facendo con grande piacere perché mi danno delle risposte. Ma è normale anche soffrire".



- E' stato più difficile approdare in finale o tenere lontane le provocazioni?

"Io mi limito a dire una cosa: complimenti ai ragazzi del Vicenza per la partita che hanno fatto all'andata e oggi. Per me il calcio è questo. Punto. Il resto per me non esiste".



- Viterbese o Trapani? Quale preferisce?

"Per il momento sono contento che ci siamo noi (ride, ndr). Non posso avere una preferenza. Non lo so. Sono talmente tanto felice di aver conquistato una finale, soprattutto perché arrivata grazie alla partecipazione di tutti questi ragazzi. Le finali sono belle da giocare: che arrivi o una o l'altra vedremo...".



- Ha sentito il presidente Berlusconi?

"Non ancora, ma so per certo che ha visto questa partita, come quella di Imola. Le vede tutte, è stra-informato e stra-felice. Ed è molto contento di ciò che stiamo facendo".



- Quale è la sensazione per aver raggiunto questo traguardo?

"Stupito no, ma sono felice ed orgoglioso. Ma perché dal 19 gennaio - tranne 2-3 ragazzi - tutti hanno avuto la possibilità di giocare. Non ho utilizzato i soliti 13 giocatori e a volte non è stata capita questa cosa. Il tutto per creare un gruppo forte, che ti permette di fare scelte, a volte magari non giuste".



- La sofferenza c'è stata anche nel disimpegno. I difensori e il portiere si sono trovati in difficoltà ad uscire dall'area...

"A Pordenone non abbiamo avuto mezzo problema. Tutto fa parte dell'aspetto mentale di cui parlavo prima. Quando perdi la serenità e la fiducia, non ti riescono le cose in maniera semplice e vieni condizionato in tutto. Noi dobbiamo essere una squadra che cerca di proporre calcio, partendo dal portiere. Ma non siamo una squadra che vuole giocare sull'avversario, ma di far noi la partita, solo che non sempre ci riusciamo".



- Cosa ha dato a livello carismatico a questa squadra? A fine partita ha contenuto tutta la panchina per un'azione di gioco dubbia...

"Non mi piacciono queste cose. Noi abbiamo un dovere che arriva dal nostro presidente: avere comportamenti giusti ed idonei a quello che è lo sport del calcio. A volte l'adrenalina, soprattutto nei minuti finali, è normale avere certi impulsi. E poi i ragazzi non hanno la mia esperienza che nonostante le polemiche inutili sono riuscito a mantenere la calma e la mantengo perché - ribadisco - che non mi tocca. Altri possono soffrirlo di più. E' compito dell'allenatore tenere a freno gli impeti dei giocatori".



- Le piacerebbe incontrare nuovamente il Vicenza ai playoff?

"Sinceramente per il Vicenza che ho visto stasera e all'andata preferirei evitarlo, è una buonissima squadra. Ma quando arrivi nei playoff, non ci sarà solo il Monza o il Vicenza, ma tante squadre brave. E' lo stesso discorso per la finale di Coppa Italia. Ci sono tanti altri fattori che incideranno. L'anno scorso è andata in B una squadra che è partita dal fondo. La C è molto difficile".