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Il silenzio sordo dell’U-Power Stadium e la voce entusiasta dello speaker sono ancora fissi nella testa di ogni tifoso e di ogni addetto ai lavori del Monza, che li hanno potuti sentire dalla televisione o direttamente allo stadio: da tempo non si sentiva gridare il nome di un marcatore per ben cinque volte. E nella vittoria contro la Virtus Entella c’è chi non ha segnato, ma è stato chiamato da Cristian Brocchi, è entrato in campo e ha fatto ciò che sa fare meglio: creare uno strappo sulla fascia e servire un compagno. All’estro di Davide Frattesi, il tecnico del Monza ha preferito la quantità di Marco Armellino, ma, nonostante ciò, ha lasciato un grande segno in occasione del 3-0 di Dany Mota. Lo abbiamo raggiunto per avere il suo punto di vista sul momento della squadra, per farci svelare dei retroscena sugli spogliatoi e per farci raccontare il perché abbia scelto proprio Monza: queste sono le sue parole.

‘Davide, avete rivisto qualche tifoso fuori da Monzello dopo moltissimo tempo: quanto è stato importante sentire il loro calore? Che vittoria è stata?’

‘È stato un bel momento, ci hanno caricati ancora di più. La partita è stata preparata bene in settimana e ieri abbiamo fatto quello che ci ha chiesto il mister sia nel primo tempo che nel secondo, in cui siamo stati bravi a mantenere i ritmi alti: il risultato è la giusta conseguenza di quello che è stato fatto in settimana. Spiace che i tifosi non possano essere con noi, dovrebbero essere con noi tutti i sabati perché sono una parte importante del Monza e lo sappiamo. Speriamo veramente che possano tornare presto allo stadio perché più si va avanti e più, per quanto mi riguarda, la loro assenza si fa sentire.’

‘I tuoi strappi in questo Monza sono fondamentali e lo ha dimostrato l’azione del 3-0: viste le tue prestazioni ti senti più incisivo subentrando dalla panchina come ieri oppure giocando dall’inizio?’

‘Le prime due partite di campionato ero entrato abbastanza bene- forse meglio ad Empoli- poi c’è stata la prestazione di Pisa in cui ho segnato un gol. Non credo faccia differenza, sia che gioco dall’inizio o che subentro ci metto la stessa cattiveria agonistica e la stessa fame, poi una partita può girare bene o meno bene, ma l’importante è che ogni volta che si entra oppure che si parte dall’inizio si dia tutto, perché al fianco del mister ci sono sempre dei cambi sicuramente all’altezza.’

‘Sei stato uno dei colpi a sorpresa della dirigenza biancorossa, ti aspettavi una chiamata di Galliani e Antonelli o avevi già gli occhi puntati alla A?’

‘Ti dico la verità, io scherzando con la mia famiglia, finito il campionato con l’Empoli, dissi che se mai fossi dovuto tornare in Serie B lo avrei fatto solo per il Monza, perché è una destinazione a cui non puoi dire di no. Quando mi hanno chiamato avevo delle offerte anche dalla Serie A, ma penso che in questo momento sia importante un progetto, perché non ho questa smania di arrivare subito nella massima serie e questo è un progetto vincente. Arrivarci con un anno di ritardo permette di riprenderti ciò che hai perso, ma con gli interessi: è sicuramente il progetto ad avermi portato qui. L’anno in cui sono andato ad Empoli c’era solo la possibilità di recompra della Roma, quest’anno, invece, nonostante le avessi, mi sono guardato intorno un po’ di più e mi auguravo sarebbe arrivata la chiamata che poi ha risolto tutto. Sono contento di aver scelto Monza e di aver sposato questo progetto.’

‘A proposito di Serie A, sei transitato anche dal Sassuolo, che ora sta incantando nella massima serie: qual è secondo te il segreto di Roberto De Zerbi?’

‘Lo vedo bene, è la squadra che gioca meglio in Serie A. Bisogna fare sicuramente i complimenti alla squadra e al mister, che purtroppo non ho avuto modo di conoscere: da quello che vedo mi sembra un allenatore con ottime idee e soprattutto quello che mi piace di più è che le porta avanti “fino alla morte”. Infatti, quando lo scorso anno la squadra non girava tanto bene ha portato avanti il suo credo e penso che questa sia una delle cose più importanti in un allenatore.’

‘Parlando invece di passato, l’Empoli, dove lo scorso anno sei stato assoluto protagonista, sta riscuotendo ottimi risultati: è uno degli avversari da battere?’

‘Hanno mantenuto per tre-quarti la squadra dello scorso anno e questo è un punto a loro favore. Poi, anche i ragazzi che hanno acquistato nell’ultima sessione di mercato hanno qualità, inoltre l’allenatore (Alessio Dionisi ndr) mi piace molto e mi piaceva molto già lo scorso anno quando era a Venezia: ha belle idee e anche i ragazzi dell’Empoli con cui mi sento hanno confermato le mie impressioni. Empoli, SPAL e Lecce sono le squadre da battere e quelle con cui vogliamo giocarcela fino alla fine.’

‘Tornando al presente, condividi lo spogliatoio con Kevin Prince Boateng, che per poco non avevi avuto modo di conoscere al Sassuolo e con altri giocatori di assoluto spessore: c’è qualcuno in particolare da cui pensi di poter imparare di più?’

‘Tutti i ragazzi più “anziani” danno una mano a noi giovani, uno su tutti Checco Lepore. Anche lo stesso Prince, che è venuto con una testa e con una voglia che sinceramente nemmeno io pensavo avesse, invece ha fatto ricredere tutti, me stesso per primo: è veramente un professionista esemplare ed è una persona con cui ho il piacere di confrontarmi e parlare.’

‘In ordine cronologico è l’ultimo ad aver indossato la casacca del Monza, domanda secca: come hai trovato Mario Balotelli nei suoi primi allenamenti? Può far rivivere le emozioni che hai provato da ragazzino quando lo hai visto fare la doppietta alla Germania?’

‘È vero, è vero… (ride ndr) L’ho visto molto motivato, è semplice dirlo ma sicuramente ci può dare una super-mano, quindi lo aspettiamo tutti: io stesso non vedo l’ora che giochi per noi. Credo che ci darà una mano, poi se lui ha la testa giusta può fare sfracelli.’

‘Bettella, Pirola, Colpani, Di Gregorio, Frattesi, il Monza si è assicurato un gran serbatoio di giovani interessanti: grandi amici oltre che grandi compagni...’

‘Sono dei ragazzi umili e puliti, io aggiungerei anche Daniele Sommariva. È un gruppo di giovani che può fare grandi cose soprattutto perché lo spirito è giusto, c’è personalità ma non c’è presunzione e questo secondo me è fondamentale.’

Simone Schillaci