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Il Monza visto in queste prime cinque giornate di campionato non ha ancora convinto sia nel gioco espresso che nei risultati. Premesso che ci vuole tempo ad inserire i tanti nuovi acquisti, Giovanni Stroppa è alla ricerca di quella scossa che potrebbe ridare nuova linfa ad una squadra che è apparsa vulnerabile in difesa e poco concreta in attacco oltre che spesso scollata tra i vari reparti. Lo stesso allenatore biancorosso ha dichiarato negli ultimi giorni che l'idea del tridente offensivo lo stuzzica, ecco dunque alcuni benefici che porterebbe il passaggio ad un modulo in particolare: il 4-3-3.

Dal punto di vista difensivo il metronomo dovrebbe essere Luca Marrone viste le qualità tecniche. Al suo fianco Stroppa ha l'imbarazzo della scelta, dipenderà ovviamente dall'avversario di turno ma giocatori come Paletta o il giovane Antov rappresentano sulla carta una sicurezza nel ruolo. In panchina c'è un certo Pirola che nella scorsa stagione ha fatto vedere cose molto interessanti e che si candida ad essere una pedina importante soprattutto grazie alla freschezza che porterebbe e alla grande fisicità. Sulle fasce chiaramente Carlos Augusto e Pedro Pereira saranno più bloccati vista la minore copertura alle loro spalle rispetto alla difesa a tre. Entrambi i terzini, però, hanno qualità tecniche e di corsa importantissime, ecco perché è comunque lecito aspettarsi delle scorribande decisive nella metà campo avversaria.

Il reparto che cambierebbe meno in termini di uomini è il centrocampo. Dal 3-5-2 al 4-3-3 avremmo comunque tre centrali con un regista (Barberis o Scozzarella) e due mezze ali come Valoti e Mazzitelli con riserve comunque di alto livello. Probabilmente l'aspetto che modificherebbe maggiormente il modo di interpretare il ruolo da parte dei tre centrocampisti è quello che riguarda il sostegno all'azione offensiva. Nel 3-5-2 i due esterni partivano già abbastanza alti per andare ad attaccare la porta avversaria, nel 4-3-3 Valoti e Mazzitelli, o chi per loro, dovranno riuscire a dialogare con Carlos Augusto e Pedro Pereira senza però allungare troppo le distanze dai compagni di reparto. Questo ultimo aspetto è fondamentale per evitare di lasciare troppi spazi agli avversari in caso di palla persa. Le stesse mezze ali avranno anche il compito di servire la punta centrale per poi, a turno, buttarsi in area di rigore per creare una buona densità.

Gytkjaer in questo modulo avrebbe il compito sia di allargare il gioco per servire i due attaccanti esterni e sia di farsi trovare sempre pronto in mezzo all'area. Rispetto al 3-5-2 avremmo un attaccante in meno a livello centrale ma se tutto dovesse funzionare correttamente le azioni offensive dovrebbero portare in area di rigore almeno 4 uomini. Se si decidesse di agire centralmente i due esterni alti dovranno essere in grado di occupare l'area di rigore mentre in caso di azione su una delle due fasce ecco che l'esterno opposto sarebbe chiamato al classico taglio sul secondo palo con almeno una delle due mezze ali a rimorchio per dare manforte alla punta centrale.

Una delle novità più importanti riguarderebbe proprio i due attaccanti esterni. Dany Mota ha qualità di corsa e di dribbling di altissimo livello, ecco perché potrebbe essere vantaggioso farlo partire più largo per fargli prendere velocità e per evitargli una costante, e massacrante, marcatura che subisce ora soprattutto quando riceve palla sulla trequarti. Dall'altra parte il nostro prescelto per il ruolo è Marco D'Alessandro. L'ex SPAL ha giocato poco sia nell'ultima stagione che nell'inizio di questa ma quando è stato chiamato in causa raramente ha steccato. Anzi, la sua rapidità e il suo saper creare superiorità numerica ha spesso portato a scosse importanti nell'arco di una partita, soprattutto quelle più bloccate. Il 4-3-3 è il modulo perfetto per lui e Marco ha tutte le carte in regola per diventare una spina nel fianco di qualsiasi difesa. Oltre a Dany Mota e D'Alessandro vogliamo menzionare anche Patrick Ciurria che oggi viene utilizzato come seconda punta anche se le sue caratteristiche si sposerebbero al meglio proprio con il ruolo di attaccante esterno.

Infine, in fase di non possesso la squadra dovrà essere brava a non "collassare" su un lato in particolare, questo perché in fin dei conti in campo c'è un giocatore offensivo in più e quindi diventa ancora più importante occupare bene il campo. Bisognerà lavorare sull'approccio difensivo di due terzini prettamente offensivi ma soprattutto quello che cambierà le carte in tavola sarà l'attitudine di tutti i giocatori in campo. Con l'attitudine giusta si riesce a migliorare ogni aspetto del proprio gioco e a trarne benefici sarebbe l'intera squadra.