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L'ex direttore sportivo del Novara Moreno Zebi, ex centrocampista di Foligno, Cesena e Monza (una stagione e mezza tra il 2009 e il 2011), ha parlato dell'evolversi della situazione calcio per l'emergenza sanitaria, tracciando un suo personale resoconto.

Ai microfoni di Tuttoc.com ha rilasciato questa intervista:

Cosa ne pensi della decisione di sospendere definitivamente il campionato?
"Credo che sia stato un atto dovuto, in linea con quelle che sono le situazioni contingenti di salute pubblica e realtà sociale. Il calcio ha interpretato un momento difficile e complicato, non c'erano le condizioni per proseguire e la proiezione sull'immediato futuro non è semplice. Ci sono protocolli da rispettare, mi auguro che almeno per le serie maggiori si riesca ad arrivare a concludere la stagione e poi gettare le basi per una ripartenza con qualche accorgimento."

È stata dura rimanere senza calcio in questi mesi?
"In realtà senza calcio non si sta mai. Io ho lavorato fino a fine dicembre e per me è stato un percorso molto formativo. Abbiamo immaginato, pensato, realizzato e accompagnato un cambiamento molto importante per una società come il Novara. Lo abbiamo fatto con la fortuna dei risultati, perché ho lasciato la squadra al quarto posto, a tre punti dal secondo, con un'età media di 22,9 anni, con tanti ragazzi del settore giovanile in campo e un progetto tecnico rinnovato. È dura restare fuori, chi fa questo mestiere sa che può succedere ma mi è dispiaciuto non aver potuto concludere questo percorso che stava regalando gioie e soddisfazioni."

Giusto promuovere in B Reggina, Vicenza, Monza e Carpi?
"Credo di sì per quanto riguarda le tre prime dei gironi, il parametro è oggettivo. Queste tre squadre stavano dimostrando di essere le migliori dei tre gironi e meritano la promozione in B. Per quanto riguarda la quarta promossa, è difficile dire se la media ponderata sia quella giusta perché i tre gironi rappresentano realtà diverse e il dato non può essere oggettivo. Chiaramente non esiste una soluzione in grado di accontentare tutti, credo che una volta tanto si debba ragionare di sistema e trovare una soluzione condivisa anche da chi verrà leso da questa decisione. Se la media punti non è una questione oggettiva è almeno un dato su cui basarsi."

Sei preoccupato per il futuro?
"Assolutamente sì, solo uno stolto non si preoccupa del futuro. Sono preoccupato ma non ho paura perché le crisi vengono superate, ce lo insegna la storia e le crisi portano opportunità che bisogna essere bravi a cogliere ed interpretare. Confido nella capacità delle persone di tirare il meglio di sé nei momenti difficili, io lo faccio nel mio piccolo e forte di questo spirito affronto con fiducia il futuro."

Due grandi piazze come Catania e Siena stanno attraversando un momento molto difficile
"È sempre un grande dispiacere perché significa che ci sono problemi oggettivi in Italia, nel mondo del calcio. C'è grande dibattito sul format dei campionati e sulla sostenibilità, io credo che questo sia l'ennesima dimostrazione che qualcosa si può fare per rendere fattibile la sostenibilità del calcio. Catania e Siena sono piazze importanti con un grande seguito e mi auguro che possano trovare persone serie interessate a portare avanti il calcio in queste città."