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Monza. Abbiamo fatto una bella chiacchierata con il grande Mister Pierluigi Frosio, per diversi anni allenatore del Monza vincitore di un campionato di serie C1 e di una Coppa Italia di C, oltre che bandiera del grande Perugia.

Mister, quando nasce la sua passione per il calcio. Besana mi disse che lei inizialmente andava in bici?

“Ho sempre avuto la passione per il calcio. Da giovane ero piuttosto bravo e mi iscrivevano cambiando la data di nascita ai tornei serali. Poi nella mia zona c’era il “Velo Club”, una società ciclistica e i miei amici mi convinsero ad iscrivermi. Quando feci una visita dello sport, sarà per l’emozione non so, venni scartato per il soffio al cuore e smisi di correre. Oggi se lo rivedessi bacerei quel medico, è stata la mia fortuna. Ero più portato per il calcio e convinto da amici mi presentai alla Gerardiana dove trovai come allenatore Giancarlo Besana che mi convinse a far parte della squadra; mesi dopo andammo a fare un'amichevole a Sesto perchè dovevano visionare due miei compagni. Alla fine presero me e da lì iniziò tutto.”

Che rapporto ebbe con il grande Giancarlo Besana suo allenatore alla Gerardiana?

“Ottimo, poi nel proseguo degli anni siamo diventati amici. Non mi ha scoperto lui ma mi ha dato la possibilità di giocare a calcio e iniziare la carriera.”

Lei e’ stato la bandiera del grande Perugia, che ricordi ha di quello straordinario periodo?

"E’ stato un periodo indimenticabile. Ho vissuto lo splendore della società. Ho trascorso lì dieci anni da giocatore più due da allenatore del settore giovanile. Mia figlia è nata li, ho lasciato tanti amici a Perugia e quando torno e sempre un emozione”

Ha chiuso la carriera nel Rimini allenato da un giovane Arrigo Sacchi, si intravedeva gia’ che sarebbe diventato un top come allenatore?

"Sì, decisamente sì. Avevo 36 anni all’epoca e volevo smettere. Un giorno mi telefona Arrigo Sacchi, dicendomi che stava per diventare il nuovo allenatore del Rimini e aveva bisogno di giocatori di esperienza. Dopo un’ora di colloquio diventai un giocatore del Rimini. Fu una stagione esaltante con lui che già esprimeva in campo, gioco e concetti tutt’oggi applicati".

Quali sono stati i mister da cui ha appreso di piu’?

“Ho apprezzato tutti gli allenatori che ho avuto. Radice mi ha portato a Cesena con il DS Vitali, Castagner che mi ha trasformato da difensore in libero allungandomi la carriera e infine Arrigo Sacchi che ho ascoltato di più per le sue idee all’avanguardia”

Cosa ricorda delle stagioni vissute a Monza come allenatore?

“Alcune bellissime, altre più travagliate. Il primo anno facemmo l’accoppiata promozione in B e Coppa Italia di C, poi ci furono salvezze rocambolesche e un anno venni esonerato, quello del post Giambelli e inizio Frazzolari, dove il Monza si salvò all’ultima giornata".

L’anno in cui c’erano Casiraghi, Ganz e Stroppa per citarne alcuni, non potevate fare di più?

“Mi viene da sorridere a questa domanda, perchè avevo in rosa dei giocatore giovanissimi, alcuni militari, altri alla prima esperienza e di grande prospettiva. Casiraghi era il gioiello, poi c’erano i veterani Saini, Bolis e Fontanini. La squadra si è costruita per gradi venendo fuori nel girone di ritorno. Gli stessi giocatori sono cresciuti poi gradualmente e molti hanno fatto un ottima carriera. Come oggi sta succedendo con Matteo Pessina preso dal Milan, ha fatto la gavetta a Lecce e Catania dove giocò poco, passò all’Atalanta che poi lo mandò in prestito a Como e La Spezia in cui fece bene e, una volta rientrato dopo un anno di ambientamento a Bergamo, lo ha girato a Verona dove ha fatto un campionato eccezionale, segnando e convincendo tuttì. Un altro esempio che mi viene in mente è Evra, fui criticato perchè non giocava. Venne a Monza dal Marsala, pesava “50 kg”, non era in grado di reggere i giocatori di categoria, gli feci fare qualche partita per provarlo; poi tornò in Francia e dopo anni di allenamenti e irrobustendosi è diventato il giocatore vincente che conosciamo, ma ci vuole tempo al tempo”.

Qual è il calciatore del Monza a cui è rimasto più affezionato?

“Tutti in generale ma se devo scegliere qualcuno dico: Gigi Casiraghi perchè è cresciuto con mio figlio, conosco la sua famiglia, sua moglie e ci siamo legati sempre più negli anni e poi Giovanni Stroppa che dopo Monza fece dei bellissimi campionati nel Milan Foggia e Lazio."

Cosa ne pensa del Monza di oggi, si aspettava che Galliani e Berlusconi lo comprassero e cosa ne pensa di Brocchi?

"Non mi aspettavo che comprassero il Monza. Però, una volta preso, hanno fatto una squadra da categoria superiore per poter salire dalla C alla B com'è giusto fare. Oggi hanno formato una rosa molto competitiva per la serie B e pronta per la A. Ma sarà dura, il campionato di serie B è molto insidioso. Brocchi dovrà saper gestire una rosa ampia, questo sarà un compito arduo, perchè a livello tecnico-tattico è un tecnico in gamba”.

Cosa vuol dire ai giovani che si affacciano allo sport?

“Di avere pazienza, di non volere tutto e subito, anche chi ha doti naturali. La carriera va costruita negli anni, lavorare bene, tenersi in salute. Quando fai tre, quattro anni buoni, puoi pensare di avere un bella carriera se hai continuità. I ragazzi devono fare sacrifici, in Serie A gioca chi ha la testa.”

Gabriele Passoni