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L'attaccante-presidente dell'FC Clivense Sergio Pellissier, ha rilasciato delle dichiarazioni a TMW Radio durante la trasmissione Stadio Aperto, spaziando dalla gara decisiva dell'Italia in ottica Mondiale, che comincia tra pochi minuti, ed il suo club veneto di Terza Categoria- Uno stralcio dei pensieri dell'aostano:

"Con l'Irlanda del Nord mi lega un bel ricordo, la mia unica presenza in Nazionale. L'ho toccata a trent'anni, non è da tutti riuscirci ed è uno dei ricordi più belli che ho da calciatore. Diciamo che è cambiato il modo di giocare: oggi gli allenatori preferiscono le mezzepunte, brave a difendere e a giocare larghe. Una volta differenziavi, adesso non si capisce che chi gioca avanti è una punta o meno. Si tende a non dare riferimenti e a cambiare modulo a seconda degli avversari, una volta si scendeva in campo sapendo ognuno cosa fare ma era più semplice. Inconsciamente, ed è normale, c'è un po' di appagamento dopo l'Europeo. Un po' ti siedi dopo aver raggiunto un traguardo straordinario, che nessuno si aspettava. Un piccolo calo ci sta, ma avendo vinto gli Europei da non favoriti non ci siamo resi conto che non eravamo così forti. Dobbiamo tornare con l'idea di essere sfavoriti e giocare in quel modo. Ora non lo stanno più facendo".

"Soddisfatto della Clivense perché avrei voluto una società di questo tipo anche rimanendo al Chievo, coi vecchi valori che mi hanno insegnato. Sono contento e spero di crescere ancora, sto cercando di creare qualcosa di nuovo: costruire dal niente non è facile, in testa ho tanti progetti e mi ci vuole fortuna e bravura per portare tutto a termine. Impegno e passione però non mancano mai. Mi piacerebbe poterci iscrivere in D il prossimo anno, ma in una società di calcio non può mancare un centro sportivo. Questa è una delle priorità: serve spazio, servono soldi, la possibilità che il comune ti dia una mano... Ci sto lavorando".


"Riccardo Allegretti l'ho conosciuto più di quindici anni fa, eravamo entrambi giovani. Ho ritrovato una persona umile, che ha creduto nel progetto e si sta impegnando, dandoci una grandissima mano anche nel fare lavori non suoi. Mi auguro che ci si possano togliere tante soddisfazioni insieme. Ha capito cosa volevo fare e non ha pensato un attimo a scendere in Terza Categoria. Ho riscontrato una marea di situazioni. I miei ragazzi si impegnano da morire, danno tutto quello che hanno e si impegnano, senza prendere un euro. Ci sono però dei campi non omologabili in Terza Categoria: ci sono campi in cui non fai pagare ed arrivare gente perché magari è vicino a una strada o altro. Addirittura ci offriamo noi, perché vorremmo la nostra gente, ma di fronte c'è più che un muro, nessuna voglia di fare cose diverse o migliorarsi".

foto: FC Clivense Facebook