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Turno infrasettimanale per il Monza e trasferta al Città di Meda: questa sera i biancorossi sfidano il Renate, incontro valido per la 22esima giornata. Dopo la vittoria in casa, la prima dopo una campagna acquista che ha un sapore di remuntada, i ragazzi di Brocchi si preparano a fronteggiare un altro avversario che lotta per la salvezza: dopo il terzo cambio d'allenatore, la squadra si ritrova in 17esima posizione a quota 21 punti. Il Monza, invece, ha ben 14 lunghezze da recuperare dal Pordenone ma le 6 squadre prima di lei distano davvero pochi punti. Le carte si possono rimescolare e speriamo che i biancorossi tirino fuori dal cilindro un'altra partita vincente, degna del mercato fatto dalla società.



In vista di questa partita abbiamo intervistato con piacere, Roberto Sanvito, giornalista de Il Giorno, che ci ha fatto un'attenta analisi sulla situazione in cui grava in Renate e ci ha svelato cosa pensa sull'arrivo di Berlusconi e Galliani all'interno del Monza Calcio. 



Roberto, da quanto tempo svolge questo mestiere?



Scrivo, credo, da 22 anni ma oramai ho perso il conto. Comincio con lo sport, il calcio ovviamente, anche se le altre due mie grandi passioni sono la pallacanestro (rigorosamente in ambito europeo) e il ciclismo. La mia attività giornalistica è iniziato quasi per caso e curiosità ai tempi dell'Università poi, col tempo, è diventato un lavoro vero e proprio. Ho scritto una vita per L'Esagono fino alla sua chiusura (c'erano anche Stefano Peduzzi e l'amico Claudio Parma che ci ha lasciato troppo presto) e dal 2000 collaboro con le pagine sportive de Il Giorno. Ma non mi occupo solo di sport, curo la comunicazione per un ente pubblico e collaboro con un'agenzia di comunicazione aziendale a Milano. Il Renate è legato a doppio filo con la parte sportiva della mia carriera giornalistica. Cominciai a seguirlo intorno al 1998 per L'Esagono, era l'anno della promozione in Eccellenza e del duello con la Vis Nova. Lo scontro diretto fu risolto da un colpo di tacco di Claudio Gatti - ai tempi attaccante nerazzurro e ora dirigente - che resta uno dei gol più belli a cui ho assistito in tutti questi anni dalla tribuna. Sulla panchina della Vis Nova c'era Fabrizio Cesana, ora in Congo alla guida del centro di formazione giovanile e col tempo diventato mio grande amico. Ho seguito il Renate negli anni di serie D, ricordo quello allenato da Oscar Magoni - l'attuale DS - che duellò per il primato con la Pro Belvedere Vercelli per la qualità del gioco espressa, era un piacere vederlo giocare. Ovviamente lo seguo anche nel suo percorso tra i professionisti dal 2010, tante belle stagioni, sempre al di sopra delle aspettative e senza mai un guaio societario.



Cosa ci può dire sul girone B quest'anno?



Al contrario del girone A in cui è successo e sta succedendo un po' di tutto con società già con le gambe all'aria o altre che hanno iniziato la stagione con due mesi di ritardo e ora devono recuperare non so più quanti turni, il girone B sta mantenendo una parvenza di regolarità tutto sommato accettabile. Resta poi il problema, comune a tutta la categoria, che oggi ancora non si sa quante squadre saranno promosse e quante retrocederanno. Cose che non succedono nemmeno ai meno organizzati tornei dell'oratorio, con tutto il rispetto per l'oratorio ovviamente. Ma non è questa la sede per addentrarsi in una situazione ben più ampia e che abbraccia tutto il povero calcio italiano. Mi piace vedere in testa il Pordenone, una società che ultimamente ha lavorato molto bene e credo meriti la posizione occupata in classifica. Tutti dicevamo Ternana che a inizio stagione aveva l'organico più attrezzato e l'allenatore migliore. Sappiamo tutti com'è andata a finire. Tredici punti da recuperare (e due gare in meno) sono tanti, ma per i playoff sarà una delle squadre da battere. Ha in parte deluso la Feralpi e inizialmente la Samb che ora sta risalendo forte.



Cosa ne pensa del campionato fin qui disputato dal Renate?



Quella del Renate è stata una stagione fin qui molto tribolata. Siamo, di fatto, al terzo allenatore in pochi mesi. L'ingaggio di Oscar Brevi in estate si è rivelato un fallimento. Non è mai scoccata la scintilla, forse qualcosa in sede di calciomercato non ha funzionato. La sua avventura è durata poco. Anche l'interregno di Adamo, storico vice, ha dato pochissime soddisfazioni alla causa. Forse sarebbe stato il caso di puntare subito su un altro allenatore di categoria, ma con i se e i ma la storia non si fa. L'arrivo di Diana ha dato il necessario sprint per provare a salvarsi. Non sappiamo se ce la farà, ma a differenza dei primi tre mesi quando le cose andavano molto male e gli orizzonti erano plumbei, ora il Renate ha tutte le carte in regola per concorrere con le altre squadre della parte bassa della classifica.



E invece della campagna acquisti del Monza?



Per Il Giorno seguo da "riserva", come dico io, le gesta del Monza da molti anni. Fin dai tempi in cui il titolare della cattedra era Luca Ornago, ora apprezzato sindaco di Villasanta. Nei limiti delle mie possibilità coprivo e copro, tuttora, i buchi quando l'amico Matteo Delbue è impegnato per lavoro e famiglia. Beh, l'arrivo di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani ha innanzitutto fatto fare un upgrade a tutto l'ambiente, anche a quello di noi giornalisti. E' cambiata la prospettiva su molte cose, anche nei giudizi. E negli obiettivi. Qui si parla di serie A nel giro di pochi anni e con questo tipo di proprietà non è una semplice battuta ma un'aspirazione legittima. Lo dimostra la campagna acquisti di gennaio. Sontuosa, si diceva un tempo. Ecco, con la rosa attuale ad agosto quasi certamente il Monza sarebbe in testa alla classifica. Ora la 'remuntada' è impronosticabile, ma con un buon ranking, ai playoff i biancorossi possono legittimamente puntare alla promozione immediata. Il DS Antonelli ha inserito tanti giocatori che 'certe' partite sanno giocarle. E vincerle. Gente pronta, si dice in questi casi. L'unico interrogativo - e lo sanno tutti - sarà trovare in poche settimane la quadra, che la squadra è quasi tutta nuova e le magie non si fanno da un giorno all'altro. Incontrare ora il Monza, e lo dico per il Renate, forse è un vantaggio. Ma le differenze d'organico sono abissali. Sarà anche bello rivedere a Meda Andrea Brighenti. In pochi lo ricordano ma fu proprio il Renate a fargli spiccare il volo tra i professionisti nella stagione 2012/13 quando segnò 21 reti pescandolo dalla Sambonifacese. Era un Renate brillante ma che sapeva anche essere cinico e se 'creava un'occasione gol a partita, Brighenti immancabilmente non la falliva. Un tiro, un gol. Oltre ad essere un ragazzo molto in gamba e perbene, doti non da poco nel mondo del calcio per quanto mi riguarda...



Che partita si aspetta di vedere tra Renate e Monza?



L'ho accennato prima. Monza assolutamente superiore a livello di singoli. Chissà, il Renate potrà sfruttare eventuali carenze a livello d'insieme e cavalcare quella 'garra' inevitabile che nasce da dentro quando affronti la più forte del torneo. A Vicenza i nerazzurri han giocato da squadra che deve salvarsi. E' andata sotto, ha sofferto, ha resistito, non ha mollato mai e al 90' ha pescato il jolly con Priola. Ma al "Città di Meda" la favorita resta il Monza.  



Marta Nava