Sanremo “floscio”, Pier Silvio Berlusconi prepara il super ribaltone
Con una lineup “debole” per il 2026, il festival di Sanremo scatena una contromossa di Mediaset: palinsesti forti con Gerry Scotti e soap durante la kermesse.
Quando un evento considerato sacro entra in crisi d’identità, è il momento di spiazzare. Succede che le aspettative si alzino troppo, le certezze vacillino, e quel che restava “intoccabile” in TV venga messo in discussione. E così cambia il vento mediatico: meno reverenza, più strategia.
Ecco perché — con un cast di cantanti che non ha convinto, e un feedback social in gran parte negativo — l’editore di uno dei principali network italiani starebbe pensando a una mossa a sorpresa. Non per salvare il Festival, ma per batterlo sul suo stesso campo.
Ecco come si sta muovendo Mediaset, guidata da Pier Silvio Berlusconi, pronta a trasformare la debolezza annunciata del Festival di Sanremo 2026 in un’opportunità per il suo palinsesto.
Perché Sanremo 2026 rischia il flop: pochi “superbig” e troppo rap-urban
L’annuncio del cast di Sanremo 2026 — con pochi nomi capaci di garantire richiamo di massa — ha deluso una parte significativa del pubblico. La scelta di puntare su rapper emergenti e su voci giovani ha generato una reazione a catena: sui social è esplosa la critica, e tra addetti ai lavori in tanti si chiedono se il Festival abbia perso la sua spina dorsale.
Mancano i nomi forti, quelli che in passato hanno garantito audience da record: artisti capaci di catalizzare l’attenzione mediatica e di riempire salotti, titoli e prime pagine. Una scommessa troppo rischiosa per un evento che vive di certezze.
Contromossa Mediaset: palinsesti forti e soap con Gerry Scotti
Secondo le indiscrezioni, Mediaset non ha intenzione di restare a guardare. In vista del Festival, l’idea sarebbe quella di attivare una contro-programmazione aggressiva: mantenere in onda i programmi di punta, proporre prime serate forti, puntare su volti familiari come Gerry Scotti.
Il ragionamento di base è semplice: se il pubblico non si riconosce nella lineup di Sanremo, potrebbe cercare alternative. E se quelle alternative sono offerte con continuità, qualità e già consolidate nella mente degli spettatori, il risultato può essere concreto. Mediaset in passato non ha esitato a giocare questa carta — e, in alcuni casi, con effetti interessanti.
Il precedente che pesa: contro-programmazione Mediaset già vista nel 2023
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Non si tratta di teoria: già nel 2023 l’allora stesso Pier Silvio aveva confermato che durante il Festival non ci sarebbe stato “disarmo totale” da parte di Mediaset. Il palinsesto rimase attivo, con slot strategici pensati come alternativa a chi non seguiva l’Ariston.
La scelta segnò un tentativo vero di sfidare il dominio Rai: una strategia mossa non solo dalla logica degli ascolti, ma anche da quella commerciale — preservare la raccolta pubblicitaria e offrire al pubblico una proposta concreta e alternativa.
Un ribaltone strategico: Sanremo 2026 come opportunità per Mediaset
Per Mediaset, un Sanremo “floscio” è meno un problema e più un’occasione. Se il Festival perde appeal, chi cerca intrattenimento di qualità e familiarità potrebbe spostare lo sguardo altrove. Ed è in quel momento che la rete privata può colpire, puntando su contenuti forti, dirigibilità sicura e volti noti.
Il vero obiettivo è questo: non combattere per un Festival, ma conquistare un pubblico in uscita — e magari farlo rimanere. In un colpo solo.



