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Omar Torri, ex centravanti del Monza, ha detto stop al calcio giocato a 40 anni compiuti. Re Omar ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, chiudendo con il Casazza, squadra di Promozione della bergamasca, dopo 157 gol realizzati, totalmente, dalla Serie B alla Promozione e 18 maglie differenti vestite. Ecco il suo post sui social: "Grazie a tutti i compagni, amici, allenatori, direttori, presidenti e tifosi che hanno condiviso con me questi anni indimenticabili. Avrete sempre un posto nel mio cuore, avendomi fatto crescere come calciatore ma soprattutto come uomo. Ora vediamo se sarò capace di ripetere un altro bellissimo viaggio in un'altra veste". L'ex attaccante di Albinoleffe e Pavia, tra le altre, ha rilasciato un'intervista a L'Eco di Bergamo per spiegare la decisione. Ecco alcuni estratti dei suoi pensieri: "Inutile prendere in giro sé stessi e men che meno gli altri: mi fermo qui. Nel Milan per un anno ho diviso la camera con Borriello, che giocava meno di me. Poi lui e Pasquale Foggia andarono a Treviso e sfondarono. Il gol più bello è quello dell'esordio in C1 con la maglia all'Alzano Virescit, al volo da fuori area ed era la prima al Comunale. Il giorno indimenticabile è quello della tripletta al Frosinone in B del 24 aprile 2010, con la casacca dell'AlbinoLeffe. Merito anche del mancino fatato di Pierre-Regonesi, il miglio assist-man con cui ho giocato". "Tra i compagni che ho avuto, in Belotti si intravedeva il prototipo del giocatore moderno, ma è uno di quelli che si è costruito con il lavoro, costanza e tanta serietà. Discorso simile quello di Pessina: testa e atteggiamento sono spesso sottovalutati, ma sono le fondamenta su cui si costruisce una carriera. Francesco Acerbi è stato l'avversario più tosto che ho avuto. Ora mi piacerebbe fare l'allenatore, meglio se iniziando dai Giovanissimi o Allievi. I miei modelli sono Andrea Sottil, ora all'Udinese, che ho avuto al Cuneo, e il "Mondo" per la sua abilità nel leggere le partite".