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I ragazzi di PizzAut in Autodromo
I ragazzi di PizzAut in Autodromo

Nella vita di un ristorante ci sono giorni che sanno di festa e giorni che invece hanno un peso enorme. PizzAut è molto più di un locale: è un simbolo di inclusione, una famiglia che si stringe attorno a chi soffre. Qui la cucina non è solo lavoro, è relazione, appartenenza, crescita. E quando un pilastro di questa famiglia viene a mancare, ogni gesto dietro il bancone assume un valore diverso.

È in questo scenario di dolore e resilienza che nasce una scelta che commuove.
Una decisione che passa attraverso un piatto profondamente lombardo: il risotto con l’ossobuco.
Un piatto che oggi diventa memoria e futuro, tutto insieme.


Il lutto di PizzAut: è morto Enrico Celeghin, papà di Matteo

Domenica 7 dicembre, intorno alle 7 del mattino, Enrico Celeghin si è sentito male improvvisamente nella sua casa di Limbiate. Aveva 63 anni. I soccorsi del 118 sono arrivati subito, ma ogni tentativo di salvarlo è stato inutile.

Enrico era una colonna portante di PizzAut, accanto al fondatore Nico Acampora sin dagli inizi. Per questo, nella giornata di domenica, i locali di Monza e Cassina de’ Pecchi sono rimasti chiusi per lutto, come comunicato dallo stesso Acampora sui social.


Matteo Celeghin torna al lavoro: “Non posso lasciare soli i miei colleghi”

A distanza di appena due giorni, martedì 9 dicembre, Matteo Celeghin, detto Matteone, ha scelto di rientrare in cucina. È il primo ragazzo autistico assunto da PizzAut, oggi cuoco e pizzaiolo amato da clienti e colleghi.

Ha confidato questa decisione alla mamma Luisa, con i funerali del papà non ancora fissati.
E ha detto una frase che racconta tutto:

«Non posso lasciare i miei colleghi da soli, oggi c’è anche il risotto con l’ossobuco».

Una frase che pesa come un macigno e allo stesso tempo solleva il cuore.


La forza delle routine e l’abbraccio di PizzAut

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Ne ha spiegato il motivo anche Nico Acampora:
«I nostri figli Aut sono così, legati alle loro routine in maniera incredibile. E in più, Matteo è il degno figlio di Enrico».

Il dolore è profondo, ma dentro PizzAut l’unità è ancora più forte: cuochi, camerieri, baristi, ragazzi autistici che ogni giorno dimostrano quanto inclusione significhi concretezza, risultati, vita vera.


Quel risotto fatto con papà: oggi una sfida da solo

Il risotto con l’ossobuco è un piatto importante per Matteo Celeghin perché lo preparava insieme al papà:
Enrico era accanto a lui mentre lavorava la crema allo zafferano, passaggio delicato che facevano a quattro mani.

Oggi quella stessa crema la farà da solo.
Ma mai senza l’insegnamento del padre.

Lo ha ricordato Acampora con parole struggenti:
«Oggi Matteo non la farà da solo questa crema, ma la farà in autonomia. Come gli hai insegnato tu, Enrico».


In un piatto, la continuità di una storia che non si spezza.
Perché l’eredità più grande di Enrico sarà sempre la possibilità di far crescere Matteo.
E da quella cucina, ogni giorno, prenderà forma la sua rinascita.