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Dopo il pareggio con la Vis Pesaro che allontana il Monza sempre di più dai vertici della classifica, lunedì i biancorossi affronteranno la capolista in trasferta. Questo posticipo sarà molto importante per entrambe le squadre: da una parte il Monza dovrà cercare di affrontare a viso aperto il Pordenone, scontro utile per capire il livello ormai raggiunto dalla squadra, dall'altra il Pordenone avrà la possibilità di consolidare ulteriormente il proprio vantaggio, già modesto a poche giornate dalla fine del campionato. In occasione di questa partita, abbiamo intervistato Alberto Bertolotto, giornalista per il Messaggero Veneto e autore di 3 libri, di cui due legati alle nazionali polacche, arrivate terze ai Mondiali del '74 e dell'82 dal titolo A ritmo di polska Il mundial di Karol. Bertolotto collabora anche con Udinews Tv e si occupa soprattutto del Pordenone calcio.



Alberto, un giudizio sul campionato di quest'anno del Pordenone?



Sicuramente il Pordenone sta raccogliendo tutti i frutti di un percorso e di un lavoro iniziato dopo la retrocessione con il Monza ai playout persi 6 a 3 nel maggio del 2015: sono serviti perché da lì la squadra è stata rifondata, poi si e fatta domanda di ripescaggio iniziando così un nuovo capitolo. Questa è un annata in cui è andato tutto bene, la squadra ha meritato tutti i punti che ha e nel mentre ha trovato anche un po' di fortuna come tutte le squadre che vincono. Ormai manca veramente poco ed è tutto nelle loro mani. Adesso arriverà il Monza e sarà una partita di prestigio.



C'è qualche squadra che l'ha colpita quest'anno in particolare?



Se devo scegliere direi forse la Triestina per la mentalità e per quello che è riuscita a fare nel giro di un anno, vedo molto la mano del loro allenatore che conosco, Massimo Pavanel, che ha insegnato ai ragazzi l'attaccamento alla maglia e quei valori utili alla mentalità e al gioco. Mi ha colpito anche l'Imolese che ha in parte lo stesso gruppo dello scorso anno con qualche innesto che si è rivelato vincente. Un plauso poi al loro allenatore, Alessio Dionisi, classe 80, che sta dimostrando di essere molto giovane e molto valido. Credo di poter dire che allenerà anche in categorie superiori perché già adesso viene tenuto d’occhio come allenatore proprio perché sta dimostrando tanto e lo si può vedere anche se si osserva la squadra.



Da giornalista e da avversario, che effetto fa vedere in tribuna persone come Galliani e Berlusconi?



Di sicuro la loro presenza ha dato grande visibilità alla categoria e al girone, sono uomini che hanno vinto tutto e hanno deciso di ripartire dalla Serie C, da un club a cui sono affezionati visto che abitano lì vicino. Ovviamente tutto questo fa notizia e porta vicino uomini sportivi che non si sono mai visti allo stadio per una partita di Serie C, come lo stesso Capello che inevitabilmente fa notizia oltre che pubblicità. Tutto ciò può giovare anche alla mentalità perché i campionati si vincono anche con questa, oltre che con i valori tecnici, il gruppo deve avere una mentalità convinta, seguendo un ideale comune. A mio parere, tempo di studiare la categoria e potranno ottenere grandi cose, il Monza qui è solo di passaggio.



Cosa ne pensa del Monza e del posticipo di lunedì?



Il Monza è in lotta per il secondo posto e già qualificarsi così sarà importante perché permetterà al Monza di saltare molte partite e quindi sarà un vantaggio. La partita di domani sarà una partita di prestigio perché i biancorossi non hanno nulla da invidiare al Pordenone da gennaio ad oggi: la squadra da ottobre a dicembre ha perso molti punti e si è fermata, mentre al Pordenone è girato tutto bene, episodi compresi. Il Monza verrà al Bottecchia per vincere e fare risultato, giocando a viso aperto. Questo atteggiamento faciliterà il Pordenone perché lo stadio è corto e stretto e spesso le squadre si chiudono, impedendo alla squadra di fare gol. Sarà una partita bella e divertente, in cui entrambe mostreranno il loro valore e spessore, mi aspetto un atteggiamento propositivo da parte di entrambe, anche se il Monza avrà il peso di sfidare la capolista.



Marta Nava