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Il Monza esce rafforzato e consapevole dal big match contro l'Empoli. Nonostante il pareggio finale e il distacco, piuttosto corposo ma recuperabile, che rimane immutato dagli uomini di Dionisi.

Una sfida gradevole, per larghi tratti frizzante, con ottimi riscontri tecnici a livello sia individuale che collettivo. I biancorossi, nonostante una partenza ad handicap e la disattenzione sulla rete subita in apertura di danze, han dimostrato grande forza mentale, voglia di vincere e reazione all'avversità. Non era facile, vista la forza dell'avversario, implementato dal suo rampante trainer con un 4-3-1-2 molto dinamico, immediato e concreto nel districarsi da una fase all'altra di azione. Un impianto, quello empolese (miglior attacco della B), con un'abilità e fluidità nel verticalizzare notevole, su cui però gli uomini di Brocchi hanno risposto colpo su colpo, prevalendo anche per diversi tratti in termini offensivi.

I brianzoli, successivamente allo svantaggio, non han pagato come detto lo scotto, anzi.. han cominciato a macinare e produrre un invidiabile fraseggio, con buona fluidità e ritmo; il pallino del gioco è stato quasi interamente ad appannaggio dei padroni di casa, costretti però a pagare un po' dazio, nella prima frazione, in fase difensiva e nello scaglionamento della transizione negativa. Baricentro quindi per forza di cose più alto e qualche spazio ampio in più a disposizione delle pericolosissime ripartenze (sovente passanti dai piedi del metronomo sloveno Štulać) toscane, rapide e volte ad imbucare, con poche tracce, l'attacco alla profondità dei due avanti azzurri (Lamantia-Mancuso), oltre che dell'imprevedibile e poliedrico Bajrami tra le linee. Situazioni su cui gli ospiti hanno avuto qualche spiraglio di possibilità per fare il secondo.

I Bagaj però han tenuto e hanno messo in difficoltà, per contro, l'Empoli nella propria metà campo, sfruttando spesso le sovrapposizioni di Augusto (Haas a dare una mano in ripiegamento) con Mota in possesso palla, con la stessa reverse winger lusitana abile (dall'out mancino) nell'aggredire palla al piede, con innumerevole abilità tecnica e rapidità, il giovane dirimpettaio Casale, provando l'uno contro uno, incuneandosi, sgasando in area di rigore e conquistando sovente la superiorità numerica, una vera spina nel fianco. Non si dice bugia nel sostenere che il pari sarebbe stato sacrosanto già nella prima parte, con almeno tre palle limpide di marca monzese per impattare.

Nella ripresa il canovaccio è stato pressappoco il medesimo, i monzesi manovrieri a condurre le operazioni di sviluppo, empolesi ad aspettare per poi effettuare dei contropiedi velenosi. Gli ospiti hanno sofferto sempre più l'aggressivo pressing (col generoso Diaw buon interprete) e il redditizio marcamento alto del Monza, soprattutto sulla loro prima linea; hanno iniziato anche a concedere ancor più opportunità ai brianzoli che, per malasorte, mancanza di precisione e bravura di Brignoli nel complesso ("recidivo" dall'andata), son riusciti a pareggiare "solamente" di rigore. Bellusci (ex di turno) e compagni hanno provato ad allargare (riuscendoci anche in più di qualche circostanza) le maglie delle tre linee (in non possesso) avversarie, cercando, tramite i cambi di gioco dalla mediana, l'ampiezza con le due ali (a maggior ragione con l'ingresso dell'esordiente D'Alessandro), della mezzala Frattesi (scorso anno in azzurro toscano) e gli esterni bassi, compreso Donati che, principalmente nella ripresa, ha avuto abbastanza campo per alzarsi e provare anche il cross, capitando dalle parti del laterale serbo Terzić (giocò titolare coi viola in Fiorentina-Monza di Coppa), disponente di invidiabile predisposizione offensiva ma un po' meno efficace in chiusura ed elastico difensivo.

Che dire, ai punti probabilmente il Monza meritava la vittoria, per possesso palla e chance create; l'Empoli non è rimasto a guardare, da gruppo attrezzato qualitativamente e consapevole quale è ha avuto possibilità per fare il secondo (già nella prima frazione) ma probabilmente sarebbe stato troppo. Una prestazione, quella monzese, di buon livello in tutti i reparti, anche la mediana (in perfetta parità numerica con la disposizione degli intermedi avversari) ha lavorato egregiamente in ambo le fasi e con valevole ottimizzazione dello spazio-tempo in linea generale. In regia Scozzarella, all'esordio assoluto, ha eseguito una partita di buon impatto, palesando visione, scelte corrette e rapidità nella tempistica di scarico; la condizione fisica è chiaramente ancora non ottimale.

Il Monza ha quindi dimostrato di essere sul pezzo ieri, pur non piegando i toscani; se l'interpretazione e l'atteggiamento delle gare saranno sempre queste per il prosieguo, il cammino potrebbe essere ricco di soddisfazioni e con una media punti in saccoccia ragguardevole. Tenendo conto anche dei nuovi ingressi (su tutti Balotelli, ma non solo), ancora in fase di rodaggio in ambito fisico e tattico, questa squadra può togliersi le soddisfazioni che tutta la piazza sogna con l'avvento di Berlusconi. Ci sarà bisogno di tutti (compreso capitan D'Errico e di altri che in questo momento hanno accumulato meno minutaggio), visti i fitti e dispendiosi impegni ravvicinati. Del resto le soluzioni a disposizione sono numerose, sia per il modulo attuale ma anche per quello precedente ad Albero di Natale che, con determinati avversari o situazioni in corso, può tornare utile.

Fondamentale sarà limitare al minimo gli errori (comunque inevitabili in un percorso lungo e tortuoso), i cali di concentrazione, mantenere un furore agonistico sempre elevato come ieri ed in altre uscite; a maggior ragione con le compagini medio-piccole, con cui nel corso della prima fetta di stagione si è lasciato per strada qualche punto prezioso. Ma la Serie B, è risaputo, non è una passeggiata. E del resto "la grandezza non contempla mai la facilità".

foto Buzzi