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Ai microfoni de "La Gazzetta del Mezzogiorno" ha parlato il doppio ex della sfida di domani Antonino Asta; a Monza da calciatore (dal 1995 al 1997) e da allenatore (2012-2014) con risultati soddisfacenti, in Salento come tecnico all'inizio della stagione 2015/16. Queste le sue dichiarazioni al tabloid con sede a Bari:

Mister Asta, che sfida si aspetta?
«Un match di altissimo livello, tra due delle squadre meglio attrezzate del torneo cadetto. Il Monza è stata la società “regina” del mercato estivo. I brianzoli hanno iniziato l’annata con qualche difficoltà, ma da un po’ di tempo hanno ingranato ed in questa fare sono in grande spolvero. Nell’ultimo turno del 2020, con la Salernitana, non solo si sono imposti per 3-0, ma hanno anche espresso un ottimo calcio. Pure il Lecce dispone di una rosa di assoluta caratura, ma sta vivendo un periodo a luci ed ombre perché ad una fase di possesso eccellente fa da contraltare una fase di non possesso con qualche impaccio. I salentini incassano troppi gol e questa circostanza sta incidendo negativamente sui risultati. Circa la loro forza, però, non ci sono dubbi»

Come spiega le difficoltà difensive del Lecce?
«Penso che manchi davvero poco perché i giallorossi giochino al top. Si tratta di compiere l’ultimo passo per raggiungere l’equilibrio giusto e sono certo che Corini saprà trovare la quadratura. Mancosu e compagni sono spesso spettacolari nello sviluppo dell’azione offensiva. Hanno grande qualità. Inoltre, dispongono di buoni difensori. Pertanto, suppongo che si tratterà solo di sistemare qualche dettaglio. I salentini saranno protagonisti sino in fondo, come il Monza, e lotteranno per la promozione».

Qual è il suo pronostico per il confronto di domani?
«Impossibile azzardare delle previsioni perché si daranno battaglia due collettivi di prim’ordine, che dispongono di più calciatori in grado di incidere sull’andamento della contesa. Può accadere di tutto, anche che finisca a reti inviolate, ma sono più propenso a credere che sarà una partita con più gol, in quanto sia il Lecce che il Monza sono compagini a trazione anteriore, più propense ad attaccare che a difendersi. Entrambe, tra l’altro, cercano di recuperare palla sin dalla trequarti campo avversaria, onde essere più vicini alla porta al momento del ribaltamento dell’azione. Questo significa che, in taluni casi, corrono il rischio di subire delle pericolose ripartenze, in quanto con un simile atteggiamento concedono fatalmente degli spazi».

Che ricordi serba delle esperienze vissute con Lecce e Monza?
«Nel Salento, purtroppo, l’avventura è durata poco. L’avvio è stato in salita, ma bisogna tenere conto del fatto che ho dovuto fare i conti con i tanti infortuni che hanno falcidiato l’organico. Il gruppo dirigente era quello attuale, ma si era appena insediato. A Monza, da calciatore, ho centrato una promozione in B, facendo molto bene, tant’è che poi sono approdato al Torino. Da tecnico, in seguito, per punti conquistati, ho vinto la C2, ma la penalizzazione di 6 lunghezze che la società si portava dietro ci ha impedito di primeggiare».

fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno